Impasto di acqua e farina mescolato fino a diventare solido e compatto.
Può essere lievitato, come avviene per la
p. di pane, oppure
essiccato e lavorato in diverse forme, costituendo così i vari tipi di
p. alimentare. ║ Fig. -
Buttare la p.: metterla in pentola a
cuocere. ║ Fig. -
Avere le mani in p.: essere pratico di un
mestiere. ║ Fig. - Natura, indole di una persona. • Alim. -
P.
alimentare: può essere fatta in casa o in stabilimento
(
pastificio). Nel secondo caso si ottiene mescolando la semola di grano
duro con acqua calda o fredda mediante l'uso di apposite impastatrici.
L'impasto, così ottenuto, viene successivamente reso omogeneo ed elastico
tramite la
gramolatura e quindi sottoposto alla
trafilatura, per
darvi la forma desiderata. Si passa poi alla fase dell'
essiccazione,
durante la quale l'impasto viene dapprima essiccato superficialmente e poi, dopo
un periodo di riposo di circa 12 ore in luogo umido, viene lasciato da 8 a 20
giorni in ambienti chiusi e asciutti. Le più moderne tecniche di
essiccazione prevedono, invece, un'accelerazione delle precedenti operazioni,
tramite essiccatoi a galleria, che permettono di agire contemporaneamente sulla
velocità dell'aria immessa, sulla temperatura e sull'umidità. La
p. viene infine controllata e confezionata. Di norma viene conservata in
luoghi freschi e asciutti (in appositi contenitori di plastica, o altro
materiale speciale), per allontanare il pericolo di eventuali deterioramenti. Il
prodotto, in base alle vigenti norme, deve contenere una percentuale
d'umidità non superiore al 12,5% e almeno il 10,50% di sostanze
proteiche. ║ Esistono circa 600 formati di
p., suddivisi in due
categorie:
p. lunga (spaghetti, vermicelli, bucatini, bavette, lasagne,
cannelloni, ecc.) e
p. tagliata (rigatoni, penne, tortiglioni, fusilli,
farfalle, mezze maniche, pipe, ditaloni, conchiglie, stelline, tempestine,
ecc.). Il formato influisce sul sapore, per la diversa capacità di
assorbire il condimento e per il differente grado di cottura in relazione allo
spessore. In relazione all'uso si distinguono la
p. da brodo o
pastina e la
pastasciutta, da fare asciutta. Esistono inoltre le
p. speciali (glutinate, all'uovo, alla carne, al malto), che sono
commerciabili con la denominazione di
p. di semola di grano duro con la
specificazione degli ingredienti aggiunti. Esse contengono un alto valore
proteico e hanno un più elevato potere nutritivo. Infine ricordiamo la
p. integrale, fabbricata utilizzando semolini integrali provenienti da
speciali moliture. • Encicl. - Alcuni tipi di
p. preparata con
farine di frumento, di legumi o di riso venivano anticamente consumati in Cina,
mentre in Italia la
p. diventa un alimento di uso comune solo a partire
dal XIV sec. Fu lavorata a mano fino al XIX sec., quando si iniziò a
Napoli la fabbricazione tramite torchi a vite. Nel 1870 comparvero le prime
impastatrici meccaniche e nel 1875 nacquero i primi impianti di essiccazione
artificiale. Successivamente gli impianti furono raccolti in veri e propri
complessi industriali, denominati
pastifici. • Dir. - L'Italia
detiene il primato nella produzione e consumazione di questo prodotto, che viene
esportato in ogni parte del mondo. In base alla L. 4-7-1967, n. 580 la
p.
deve essere preparata con semole o semolati di grano duro e acqua, anche se la
Corte di giustizia della CEE nel 1988 ha permesso l'impiego di farine di grano
tenero. L'Italia, pertanto, non può impedire l'importazione di
p.,
ma può tutelare la qualità del prodotto nazionale. • Cuc. -
Il nome di
p. si dà a vari impasti per dolci, nella fase di
preparazione e dopo la loro cottura. ║
P. frolla: impasto di fior
di farina, burro, zucchero e tuorli d'uovo. È usata come base per molti
dolci. ║
P. sfoglia: impasto di farina e burro, lavorato con
procedimento particolare, in modo da ottenere, dopo la cottura in forno, una
p. divisa in strati sottili e leggeri. È usata come base per la
preparazione di torte dolci e salate e di vol-au-vent. ║
P. reale:
p. di mandorle pestate e zucchero (o miele), con chiare d'uovo montate e
farina. È molto diffusa in Campania e in Sicilia. ║ Al plurale,
indica piccoli dolci di
p. di vario tipo, detti anche
pasticcini.
• Farm. - Preparato per uso cutaneo o dermatologico, composto da sostanze
medicamentose con l'aggiunta di tensioattivi o grassi, oppure incorporati in
acqua e glicerina. Si differenzia dalla pomata per l'alto contenuto di principi
attivi solidi, per la sua consistenza e la mancanza di untuosità. •
Elettr. - Negli accumulatori elettrici, impasto a base di ossidi di piombo, che
costituisce il materiale attivo sulla superficie delle placche. • Geol. -
P. fondamentale: struttura tipica delle rocce effusive, di tipo vetroso e
microcristallino, in cui sono immersi i fenocristalli. • Ind. -
P.
ceramica:
p. costituita da argilla, caolini mescolati a fondenti e
smagranti, impastati e cotti in modo da preparare un prodotto ceramico di
qualsiasi tipo (porcellane, stoviglie, ecc.). • Ind. cart. -
P. di
legno: la materia prima maggiormente usata nella fabbricazione della carta.