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Pasquino.

Nome popolare, creato nel XVI sec., attribuito ad un gruppo scultoreo, copia di un originale dell'epoca ellenistica, raffigurante Menelao che sorregge Patroclo. Scoperto nel 1501, venne collocato in piazza Pasquino a Roma, dove tuttora si trova. Secondo la tradizione, il nome risalirebbe a un sarto Pasquino, o a un altro bottegaio della zona. Dalla statua derivò il termine pasquinate, a indicare composizioni burlesche e satiriche in versi, affisse su di essa, aventi per bersaglio la curia, i papi, le autorità. Dal 1505 si consentì che il 25 aprile, festa di S. Marco Evangelista, venissero attaccati alla statua, camuffata da divinità pagana, epigrammi satirici, che poi venivano raccolti e pubblicati. Da questa usanza, cui partecipò anche Pietro Aretino, derivò l'abitudine a ricoprire la statua di satire anonime durante tutto l'anno. Nel XVI sec., l'opposizione protestante si servì della statua per diffondere le proprie idee e l'umanista piemontese Celio Secondo Curione raccolse gli scritti che erano stati esposti in questa occasione nei Pasquillorum libri, pubblicati a Basilea nel 1544. ║ Il nome di P. venne dato anche a una maschera della Commedia dell'Arte (XVI sec.), per raffigurare un servo sfrontato e astuto.