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Partenone.

Tempio fatto innalzare da Pericle sull'Acropoli di Atene in onore di Atena Parthénos, protettrice della città. Un'iscrizione rinvenuta sull'Acropoli, nel 1879, permette di datare l'inizio dei lavori al 447 a.C. Il progetto fu affidato da Pericle agli architetti Ictino e Callicrate, sotto la direzione di Fidia, autore delle decorazioni scultoree e della statua crisoelefantina di Atena. Il P. è formato da un pronao, da una cella divisa in tre navate (che conteneva la statua di Atena), dall'ambiente retrostante (Parthenón) e dall'opistodomo. Il tempio, l'unico del mondo greco costruito interamente in marmo, ottenuto dal vicino Pentelico, era di stile dorico, periptero (cioè con la fila di colonne che circondano la cella), anfiprostilo (cioè con i due fronti di questa cella aventi colonne antistanti), con otto colonne sulle facciate e diciassette su ciascuno dei lati lunghi. Lo stilobate, cioè tutto il basamento, misurava m 30,87 x 69,54, facendo del P. il più grande tempio dorico mai completato. Sopra l'architrave esterno poggiava tutta la decorazione tipica del tempio dorico, costituita dall'alternanza di metope (92) e triglifi; le metope della facciata orientale raffiguravano la Gigantomachia (la lotta fra dei e Giganti), quelle della facciata occidentale l'Amazzonomachia (la lotta di Teseo contro le Amazzoni all'assalto dell'Acropoli); i due lati lunghi erano occupati dalla lotta fra i Centauri e i Lapiti e da raffigurazioni di episodi sulle origini di Atene. Sul timpano del frontone orientale Fidia rappresentò la nascita miracolosa di Atena dalla testa di Zeus; su quello occidentale la disputa fra Atena e Poseidone per il possesso dell'Attica. L'esterno delle pareti della cella era decorato da un fregio rappresentante la processione delle grandi Panatenee, celebrate ogni quattro anni in omaggio alla dea protettrice della città. Lo straordinario risultato artistico di questo progetto è fondato su una serie di precisi rapporti matematici e su innovativi accorgimenti di ingegneria: le differenze continue riscontrate nelle angolazioni e nelle superfici dell'intero edificio risultano dall'uso di curvature e inclinazioni, di modo che nessuna pietra dell'intera struttura avesse una forma assolutamente ortogonale (sono tutte trapezoidali), ma ciascuna fosse diversa dalle altre, destinata a occupare una propria precisa posizione. Durante l'età bizantina il P., come altri templi pagani, fu trasformato in basilica (Hagia Sophia), subendo importanti cambiamenti architettonici, fra cui l'erezione di un muro lungo l'intero peristilio. Successivamente, durante l'epoca della dominazione franca, la cattedrale del P. divenne chiesa latina, con il nome di Santa Maria di Atene (1209). Con la dominazione turca divenne una moschea (1456), e vi fu aggiunto un minareto, i cui resti tuttora esistono; durante l'assedio dei Veneziani ad Atene (1687), il P., trasformato in un deposito di munizioni dai Turchi, venne colpito da una bomba e squarciato sui fianchi. Nel corso dell'Ottocento, in piena epoca collezionistica, in seguito alla spedizione di Lord Elgin, la maggior parte delle sculture superstiti, compresa un'importante sezione del fregio, furono trasferite in Inghilterra e acquistate dal British Museum, dove si trovano tuttora.
Il Partenone sull'acropoli di Atene