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Parassitismo.

Modo di vivere e di agire proprio del parassita. Negli aggregati sociali, il fenomeno della presenza di individui, categorie, organismi, enti, che, pur essendo improduttivi, si impongono come necessari, vivendo a spese delle categorie veramente attive. In natura il p. è un fenomeno estremamente diffuso, tanto che si può dire non vi sia organismo vivente privo di parassiti. Il p. biologico è un fenomeno dai notevolissimi risvolti pratici, non soltanto per quanto riguarda le patologie umane indotte dai parassiti, ma anche per gli ingenti danni economici provocati da parassiti delle piante coltivate e degli animali domestici. • Biol. - Rapporto di simbiosi disarmonica fra organismi viventi di specie diverse, animali o vegetali, nel quale uno solo degli associati trae tutti i vantaggi da tale unione, mentre l'altro ne viene danneggiato, talvolta al punto da essere condotto a morte. Si tratta di un'associazione, nota anche come simbiosi antagonistica, nella quale l'individuo che ne ricava vantaggio, per un periodo di tempo più o meno lungo, è chiamato parassita e il danneggiato è detto ospite o vittima. L'azione del parassita è spoliatrice, quando esso sottrae all'ospite le sostanze alimentari che quest'ultimo ha elaborato per se stesso, oppure traumatica, quando il parassita si nutre di parti vitali dell'ospite. Il p. si può manifestare in gradi diversi; in rapporto ad essi il parassita presenta un progressivo adattamento, con variazioni di organi e funzioni che implicano per lo più una semplificazione, anziché una complicazione della sua struttura. Possono, per esempio, scomparire gli organi locomotori venendo a mancare la necessità della ricerca del cibo. Per contro, spesso si sono sviluppati organi di presa e di ancoraggio come unghie, uncini, ventose, ecc. I parassiti ematofagi (che si nutrono cioè di sangue) presentano organi adatti a pungere e succhiare e sovente, in rapporto con questi, ghiandole secernenti una sostanza anticoagulante. Talvolta il parassita è così modificato rispetto alle affini forme libere, da rendere difficile l'identificazione del gruppo cui appartiene. • Zool. - Il p. completo (oloparassitismo) è proprio dell'organismo che può vivere solo come parassita; nell'emiparassitismo, il parassita vive in parte a spese dell'ospite. Si distingue, inoltre, tra ectoparassitismo, quando il parassita danneggia l'ospite rimanendone all'esterno (la pulce, il pidocchio) ed endoparassitismo, che si verifica quando il parassita si stabilisce all'interno delle cellule della vittima (p. intracellulare) o nei vacuoli esistenti fra cellula e cellula (p. intercellulare). Per quanto concerne la durata dell'associazione, esiste un p. permanente, cioè senza limiti nel tempo, e un p. temporaneo, in cui il parassita sfrutta l'ospite per un tempo limitato. Altra distinzione è quella che considera i parassiti monosseni, che vivono esclusivamente a spese di un'unica specie di ospiti, e i parassiti eterosseni, che possono sfruttare specie diverse, magari soltanto nelle varie fasi del loro sviluppo; allo stato di larva, cioè, possono utilizzare una determinata specie, mentre da adulti passano a sfruttare una specie del tutto diversa. L'ospite temporaneo che fornisce sostanze nutritizie alla larva viene chiamato ospite intermedio, mentre quello che viene sfruttato dal parassita adulto è detto ospite definitivo. Si parla di p. secondario, o iperparassitismo, quando il parassita che sta vivendo a spese di una certa specie animale (parassita primario) viene a sua volta attaccato da un secondo parassita (parassita secondario) e questi magari da un terzo (parassita terziario). Se organismi appartenenti a forme diverse parassitano contemporaneamente una stessa vittima, si ha il multiparassitismo. Il p. sociale si verifica particolarmente tra gli imenotteri (vespe e formiche) e consiste nel costringere gli individui di un'altra specie ad abbandonare le cure dedicate alle proprie larve per nutrire, invece, le larve degli insetti parassiti. Altra forma di p. è il cosiddetto p. dei nidi il cui esempio più noto ci viene dal cuculo; questo uccello utilizza il nido di altre specie per deporvi le proprie uova, così i suoi piccoli, dopo la cova, verranno allevati dall'ospite. L'azione dei parassiti sulle vittime provoca sempre dei danni: in certi casi il parassita è responsabile di malattie (provocate, in genere, da sostanze tossiche prodotte dallo stesso) e anche della morte della vittima. Fra gli animali esistono, oltre al p., altre forme di associazione quali il commensalismo, in cui solo il parassita viene avvantaggiato dall'unione con un altro individuo senza che questi ne riceva danno; l'inquilinismo, che si riduce allo sfruttamento, in comune, di un certo spazio (nicchia ecologica); la simbiosi mutualistica, nella quale ambedue gli associati traggono un vantaggio reciproco dalla loro unione. • Bot. - Anche tra i vegetali parassiti che si nutrono a spese di altri organismi vivi si hanno forme di oloparassitismo e di emiparassitismo. Tra i vegetali esiste una forma di p. facoltativo, tipico di quelle specie che sono anche in grado di nutrirsi assumendo sostanze organiche provenienti da organismi in decomposizione (saprofitismo), e una forma di p. obbligato, per cui il parassita non può nutrirsi se non a spese di organismi vivi. Di norma sono parassiti obbligati le piante prive di clorofilla e che, perciò, non sono in grado di compiere la fotosintesi. Nei vegetali il p. si verifica largamente nei batteri e nei funghi, mentre è meno frequente tra le specie più evolute. Il p. porta con sé notevoli modificazioni morfologiche: nelle cormofite parassite si osserva la mancanza di parenchimi clorofilliani, le foglie sono ridotte o mancanti, i fusti stessi sono molto ridotti, come pure le radici, che possono essere addirittura assenti; sono poco sviluppati i tessuti conduttori. Per contro, queste piante sono dotate di caratteristiche morfologiche particolari; nei vegetali parassiti si notano, per esempio, formazioni di austori, speciali organi assorbenti, con i quali sottraggono agli ospiti le sostanze nutritive. Esiste un p. monofago (o isofago), per cui il parassita sfrutta una sola specie di ospite; si ha pure un p. polifago che permette una più o meno vasta scelta di ospiti. Tra i più pericolosi parassiti vegetali, sia di animali sia di piante, sono i virus, i batteri, molte alghe e numerosissimi funghi. Essi, di regola, arrecano gravi danni ai loro ospiti (malattie, alterazioni anatomiche o meccaniche, avvelenamenti, ecc.). Fra i batteri, molti sono parassiti dell'uomo (o di animali) oppure di piante superiori. La maggior parte dei batteri e dei funghi appartengono alla categoria dei parassiti facoltativi. Alcuni parassiti (parassiti di debolezza) riescono a impiantarsi sull'ospite solo se questo è indebolito per altre cause (siccità, attacco d'insetti, ecc.). Parassiti di ferita sono quelli che possono penetrare nell'ospite soltanto attraverso ferite presenti nei tessuti. Lo sviluppo del parassita e la sensibilità dell'ospite alla sua presenza possono venire accresciuti o attenuati dalle condizioni ambientali e da fattori interni ai due organismi coinvolti nel p. Tra i fattori ambientali sono da ricordare la temperatura, il fattore idrico e la presenza di sostanze nutritive; tra quelli interni, la presenza o la proporzione di vari elementi (fosforo, ferro, silicio, potassio, magnesio, alluminio) nell'ospite. Anche i composti organici hanno, a questo riguardo, grande importanza: la quantità e la qualità degli zuccheri, la presenza di determinati acidi organici o di composti azotati e fosforati, l'acidità stessa dei succhi dell'ospite sono tutti fattori dai quali dipende la gravità del p. e che possono spiegare la ricettività o la resistenza delle varie specie di fronte ai diversi parassiti.