Persona che pratica il paracadutismo, come attività sportiva
(V. PARACADUTISMO) o per scopi militari. •
Mil. - Nei primi decenni del XX sec., il paracadutismo fu caratterizzato da
forme pionieristiche, e solo verso la fine degli anni Trenta si iniziò a
sperimentare nelle Forze armate di diversi Paesi europei, negli Stati Uniti e in
Giappone, l'impiego di truppe paracadutate. Il secondo conflitto mondiale
trasformò, in breve tempo, i centri sperimentali del paracadutismo
militare in unità operative inserite nell'organico dei reparti di
fanteria, e impiegabili con grande varietà di compiti, dalla conquista di
capisaldi, aeroporti, isole, a operazioni di sabotaggio nel territorio nemico,
fino ad azioni tattiche di una certa entità, limitate soltanto dalla
necessaria leggerezza dell'armamento paracadutabile e dall'organico ridotto dei
reparti effettivi. In Italia le truppe
p., addestrate inizialmente presso
la scuola di Tarquinia (particolarmente attiva prima della seconda guerra
mondiale), vennero inquadrate alla fine del 1941 all'interno della divisione
Folgore, cui si aggiunse nel 1942 la
Nembo. Questi reparti furono
impiegati a Cefalonia, in Africa settentrionale e sull'Appennino tosco-emiliano
contro i nazifascisti. Dalla fine degli anni Cinquanta la scuola di
addestramento è stata trasferita a Pisa. Il ricorso ai
p. fu
più intenso da parte delle altre potenze: i Tedeschi, in particolare,
utilizzarono
p. in Norvegia, a Creta e in Olanda; gli Stati Uniti nel
Pacifico, in Sicilia e in Normandia, dove svolsero una parte decisiva nella
preparazione dello sbarco anglo-americano del 6 giugno 1944, e successivamente
in Vietnam; i Francesi in Indocina e in Algeria; gli Israeliani durante le
guerre contro i Paesi arabi, in particolare nella guerra dei Sei giorni (1967).
Dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale, gli Stati vincitori
ampliarono gli organici di truppe paracadutiste all'interno della fanteria,
affidando loro nuovi compiti specialmente nel settore della controguerriglia e
dell'antiterrorismo internazionale. L'Italia dovette rinunciare, subito dopo la
guerra, alla ricostituzione di reparti aviotrasportati e paracadutati: questo
divieto cessò di fatto con l'adesione alla NATO e con la conseguente
costituzione della nuova brigata
Folgore, che rappresenta oggi il fulcro
del paracadutismo militare italiano.