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Panslavismo.

Termine adottato per indicare l'insieme delle correnti politiche e ideologiche, aventi in comune l'aspirazione a un'unione politica dei popoli slavi. Lo stesso termine viene utilizzato anche per indicare una più generica solidarietà fra le popolazioni slave. • St. - Sviluppatosi inizialmente tra le popolazioni slave soggette al dominio austriaco e turco, il P. fu alla base di diversi progetti federativi discussi nel 1848 in occasione del Congresso slavo di Praga (V. PRAGA). Basandosi sull'ideale di una grande confederazione che riunisse gli sparsi nuclei della popolazione slava, il P. non mancò di provocare nell'Europa di fine Ottocento il timore di una leadership russa nei Balcani, anche se, pur nutrendo la speranza di un appoggio da parte della Russia zarista, i movimenti panslavisti avevano un orientamento prevalentemente democratico e liberale. Lo stesso P. russo affermatosi negli anni Sessanta, basato sull'idea di una "Grande Russia", non fu che indirettamente l'erede dello slavofilismo dell'epoca di Nicola I. Esso ebbe tra i suoi sostenitori il rivoluzionario anarchico Bakunin e, dopo il 1870, numerosi scrittori russi, tra i quali F. Dostoevskij e N.I. Danilevskij. Fu soprattutto nella seconda metà del XIX sec. che il P. russo assunse il carattere di un vero e proprio progetto politico, di tipo nazionalista e imperialista, finalizzato alla liberazione degli Slavi delle regioni balcaniche e alla loro organizzazione in una confederazione guidata dalla stessa Russia. Alla base della politica estera russa successiva alla guerra di Crimea (1853-56), il P. riemerse con nuova forza nel corso delle due guerre mondiali.