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Panserbismo.

Indirizzo politico originatosi in Serbia, tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento, avente come scopo quello di unificare gli Slavi meridionali sotto l'egemonia della Nazione serba e di conseguire un notevole ampliamento territoriale. Dopo la costituzione dello Stato jugoslavo (1918), il termine venne utilizzato polemicamente dai Croati per indicare la posizione di supremazia assunta dei Serbi, nel periodo tra i due conflitti mondiali. All'inizio degli anni Novanta si parlò nuovamente di p. in occasione della guerra civile jugoslava, per designare la tendenza dei Serbi, presenti in diverse Repubbliche federate della Jugoslavia, a ricongiungersi in un unico Stato. L'adesione a questo ideale politico fu particolarmente vasta in Croazia e in Bosnia, entità territoriali caratterizzate da forti minoranze serbe; queste ultime nel corso del conflitto proclamarono la propria indipendenza dai Governi dei due Stati, nel tentativo di riunirsi con Serbia e Montenegro. Con la firma degli accordi di Dayton (14 dicembre 1995), i Serbi riuscirono a ottenere il riconoscimento dell'autonoma Repubblica serba di Bosnia, all'interno dello Stato della Bosnia-Erzegovina, e un'ampia autonomia della minoranza serba all'interno della Croazia.