Termine utilizzato per indicare un complesso di tendenze e di movimenti che si
richiamano all'unità di tutti i popoli musulmani e che hanno come scopo
ultimo quello di liberarli dal dominio culturale e politico degli Europei. Il
P. è fondato sul sentimento di appartenenza alla comunità
islamica, creata da Maometto e successivamente mantenuta in vita attraverso
l'istituzione del califfato. Alla fine del XIX sec. il
P. è stato
un'importante componente dei moti insurrezionali anticolonialisti dei popoli
musulmani (rivolta dei
sepoys in India, 1857; rivolta mahdista in Sudan,
1881-89). Delle tesi e delle organizzazioni panislamiche approfittò il
sultano turco Abdulhamid II, il quale pose l'accento sulla volontà di
opporsi alle potenze europee per i suoi fini di egemonia. L'abolizione del
califfato, nel 1924, voluta dal governo turco privò il
P. di un
preciso riferimento politico, anche se il movimento era già da tempo
apparso in serie difficoltà, a causa delle differenze nazionali, di
lingua e di condizioni economiche tra i vari Stati. Nel XX sec. nessun musulmano
poteva più credere che fosse possibile la costituzione di un centro unico
dei Paesi musulmani, di un'unica monarchia o federazione di Stati, uniti da
vincoli politici ed economici. Tuttavia, ciò che rimase vivo, e anzi
acquistò un rinnovato vigore nel secondo dopoguerra fu il senso di una
solidarietà morale tra musulmani contro veri o presunti soprusi commessi
dagli Europei o, in generale, dagli occidentali.