Filosofo greco. Insieme a Posidonio, che fu suo discepolo, viene considerato il
massimo esponente di quella fase dello Stoicismo nota come
media
stoà, la cui influenza sulla nascita dello Stoicismo romano è
stata adeguatamente riconosciuta solo negli ultimi decenni. Il medio Stoicismo
fu caratterizzato da una apertura eclettica all'influenza del pensiero degli
epigoni platonici e aristotelici e da una attenuazione delle asperità
teoretiche e metafisiche dello stoicismo originario a favore di una filosofia
più centrata sulla trattazione dei problemi etici. Nato a Lindo
nell'isola di Rodi verso il 185 a.C.,
P. fu allievo dello stoico Cratete
a Pergamo e di Diogene di Seleucia ad Atene (160-150 a.C.). A Roma conobbe lo
storico Polibio e frequentò il circolo degli Scipioni, esercitando quindi
un profondo influsso sul patriziato e sui centri politici e intellettuali della
città. Dopo il 129 a.C., alla morte di Antipatro, assunse in Atene la
direzione della Scuola Stoica. La sua opera principale, il
Trattato sulla
teoria del dovere, servì come modello del
De officiis di
Cicerone (180-110 a.C.).