Movimento ideale e politico-sociale nato al principio del XIX sec., come
manifestazione di solidarietà tra gli Africani che vivono nel Nuovo
Mondo. In seguito al processo di decolonizzazione dell'Africa (XX sec.), il
P. si trasformò in movimento teso a realizzare l'unità
politica del continente africano. Precursore del
P. fu l'avvocato di
Trinidad H.S. Williams, che denunciò all'opinione pubblica lo
sfruttamento dei neri da parte dei coloni inglesi e boeri in Africa australe e
convocò nel 1900, a Londra, una conferenza in cui accusava di violenze la
compagnia facente capo a C. Rhodes. Nel 1914 il giamaicano M.M. Garvey
fondò negli Stati Uniti la Universal Negro Improvement Association,
sostenendo con decisione il ritorno degli afroamericani alla loro terra
d'origine. Il suo pensiero influenzò il movimento dei Musulmani neri.
Teorico e ispiratore del
P. viene generalmente considerato E.B. Du Bois
che, nel suo libro
The souls of black folk (1903), sostenne l'idea che le
popolazioni di origine africana fossero unite da interessi comuni e dovessero
lottare insieme in tutto il mondo per la propria liberazione. Contro ogni tipo
di discriminazione, egli fondò, con altri intellettuali, il Niagara
Movement (1905), che richiedeva l'immediata concessione dei diritti civili e
politici agli afroamericani. Du Bois fu personalità di fondamentale
importanza per l'organizzazione di una serie di congressi panafricani. Le
richieste elaborate durante quelle occasioni furono numerose: nel primo (Parigi,
1919), si rivolse una petizione ai partecipanti alla conferenza della pace per
chiedere che all'Africa fosse applicato il principio dell'autodeterminazione dei
popoli. Nel secondo congresso panafricano (Londra, 1921), venne elaborata una
Dichiarazione al mondo, nella quale si proclamava "l'assoluta uguaglianza
delle razze dal punto di vista fisico, politico e sociale". I successivi
congressi si tennero a Londra (1923) e a New York (1927). Ad essi fece seguito
la nascita di organismi significativi quali l'International African Service
Bureau (1937) e la Pan African Federation (1944). Nel quinto congresso
panafricano (Manchester, 1945), si denunciò ogni forma di colonialismo e
si rivendicò l'indipendenza immediata per l'Africa. Nel 1957-58 il
processo di decolonizzazione della zona dell'Africa a Sud del Sahara
incoraggiò il progetto di unificazione politica delle nuove entità
statali indipendenti e diede il via a una serie di iniziative volte in questa
direzione, come la prima conferenza degli Stati africani indipendenti (aprile
1958) e la prima conferenza dei popoli africani (dicembre 1958), in cui vennero
elaborate richieste quali l'indipendenza immediata e la fondazione degli Stati
Uniti d'Africa. Le due successive conferenze degli Stati africani si svolsero
rispettivamente a Monrovia (agosto 1959) e ad Addis Abeba (giugno 1960), mentre
quelle che riunivano i popoli africani si tennero a Tunisi (gennaio 1960) e a Il
Cairo (marzo 1961). Il diffondersi dell'ideale panafricano portò come
conseguenze da un lato il sorgere di raggruppamenti regionali, dall'altro il
definirsi di linee contrapposte a proposito dell'atteggiamento da mantenere nei
confronti dei Paesi occidentali e delle ex potenze coloniali: ai Paesi
"riformisti", fautori di un progetto di cambiamenti graduali (gruppo di
Brazzaville), si opposero i Paesi "rivoluzionari" (gruppo di Casablanca). Fu la
nascita dell'OUA (V. ORGANIZZAZIONE DELL'UNITÀ
AFRICANA), ad Addis Abeba il 25 maggio 1963, a contribuire al superamento
di queste divisioni. L'OUA riuscì a riavvicinare le parti e a creare una
discreta coesione, attraverso la condanna dei Paesi colonialisti, di quelli che
praticavano una politica di esplicita discriminazione razziale (Rhodesia e
Sudafrica), il rifiuto del riconoscimento dei
bantustans sudafricani come
Stati indipendenti. Incontrò, invece, notevoli difficoltà
nell'affrontare le numerose guerre civili o le frequenti dispute per questioni
di confine. Dalla metà degli anni Ottanta l'OUA tentò di risolvere
il problema del crescente debito estero di una consistente parte dei suoi
membri; nella conferenza panafricana sul tema delle riparazioni per i danni
provocati dal colonialismo (Abuja, 1993) si chiese ai Paesi, arricchitisi con la
colonizzazione del continente, un risarcimento consistente nel trasferimento di
capitali in Africa oppure nella cancellazione dei suoi debiti con l'estero. Sul
piano politico, l'Assemblea generale di Il Cairo (1993) elaborò un
meccanismo volto a prevenire, controllare e risolvere le tensioni africane, i
conflitti locali o quelli tra gli Stati membri.