Voce di origine quechua: pianura. Termine locale, usato in particolare
nell'America Meridionale, con cui si indicano le pianure comprese tra le Ande
cileno-argentine e l'Oceano Atlantico, caratterizzate dall'assenza di boschi.
║ Con significato più ristretto, si definiscono
p.,
all'interno di questo ampio territorio, le zone comprese tra il basso
Paraná e il Río Colorado, estese per 1.600 km in territorio
argentino. Distese steppose e quasi prive di piante legnose, le
p. sono
ricoperte prevalentemente da graminacee, perenni e molto alte. Nella parte
settentrionale e orientale, le
p. sono rivestite da uno strato di
löss, deposito di argille finissime su cui è cresciuto un folto
tappeto erboso, alimentato dalle piogge portate dai venti atlantici (
p.
umida). Piatta ed esposta ai venti, la
p. è spesso luogo di
violenti uragani prodotti dal vento di Sud-Ovest, detto
pampero, presso
Buenos Aires, e
agnacero, nel Gran Chaco. Le zone occidentali, in cui
minori sono le precipitazioni, mostrano una vegetazione erbacea meno rigogliosa
e il conseguente passaggio ad associazioni di arbusti spinosi e di piante
xerofile. In questa porzione di territorio, indicata come
p. arida,
numerosi sono gli acquitrini e le paludi, che a volte giungono a prosciugarsi
per l'intensa evaporazione. La parte settentrionale delle
p. porta il
nome di Gran Chaco; è ricoperta da una vegetazione costituita da palme e
altre piante tropicali, tra cui i cactus e, nelle parti irrigate, graminacee e
mimosa spinosa. La zona a Sud del Gran Chaco è ricca di piante erbacee
che costituiscono eccellenti pascoli. La
p. arida è ampiamente
sfruttata per l'allevamento, bovino e ovino; la
p. umida è,
invece, sede di colture diversificate (mais, frumento, lino, ortaggi.)