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Palenque.

Centro (1.500 ab. circa) del Messico, nello Stato del Chiapas, a 160 m s/m. Nelle sue vicinanze (6 km a Sud-Ovest) si trovano le rovine di quella che un tempo doveva essere la più grande città maya. Questa, fondata probabilmente nella seconda metà del IV sec., raggiunse il suo massimo splendore nei secc. VI-VIII. Quando Cortés sbarcò in Messico nel 1519, P. era già una città disabitata da oltre sei secoli; per quasi 1.000 anni rimase sepolta sotto la fitta vegetazione della foresta tropicale. Verso la fine del Settecento furono iniziate le ricerche che, tuttavia, portarono a risultati di grande interesse solo all'inizio del Novecento. L'opera degli archeologi portò alla scoperta di reperti che hanno consentito di ampliare le nostre conoscenze sulla civiltà maya. Fra i molti edifici portati alla luce il più notevole è il cosiddetto palazzo, una sorta di labirinto lungo 93 m e largo 74 m, al cui interno, tramite una sorta di acquedotto, viene tuttora convogliata l'acqua di un torrente. Il palazzo è costituito da un insieme di gallerie a volta e di stanze disposte intorno a cortili interni, sovrastati da una torre quadrata che veniva probabilmente utilizzata come osservatorio astronomico. Fra i templi, molti dei quali di forma piramidale, ricordiamo il tempio delle Iscrizioni, quello del Sole, quello della Croce, tutti risalenti al VII sec. Nel 1952, sotto il tempio delle Iscrizioni, fu scoperta una grande camera sepolcrale, contenente un sarcofago monolitico. Notevoli sono le decorazioni a rilievo modellate in stucco o scolpite su pannelli di calcare che adornano la maggior parte degli edifici di P.