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Palatino.

Uno dei sette colli di Roma, alla sinistra del Tevere. In origine comprendeva le tre alture del P., del Germalo e di Velia. Il nome deriva da quello della dea Pale, divinità protettrice dei pastori. • St. - La leggenda secondo la quale Romolo avrebbe fondato Roma sul colle P. sembra trovare un'importante conferma nei ritrovamenti archeologici effettuati in epoca recente, che documentano un insediamento umano risalente all'VIII sec. a.C. Fra i resti rinvenuti sono tracce delle due porte Mugonia e Romanula, quest'ultima così chiamata dall'antico nome del fiume Rumon, dal quale derivò probabilmente lo stesso nome di Roma. Dopo la fusione della comunità del P. con quelle degli altri colli, si delineò lo spazio del forum, costituito dallo spiazzo ai piedi del P. verso Nord e destinato ad assumere un'importanza fondamentale nella vita pubblica della città. Sul colle si celebrava il culto della dea Vesta: nel suo tempio era sempre presente un fuoco ardente, simbolo della sacralità del colle, così come la reggia che ospitava il collegio dei pontefici. Fra i resti degli edifici che nel corso dei secoli vi furono innalzati rimangono tracce del tempio della Magna Mater, della Casa dei Grifi (unica delle numerose case signorili tardo-repubblicane), del tempio di Apollo innalzato da Augusto, che aveva scelto il P. come sede della sua dimora. In epoca imperiale, divenuto sede dell'Impero, il colle fu occupato dai palazzi di Tiberio e di Caligola; Nerone vi innalzò la sua Domus Aurea, Domiziano la Domus Augustana e la Domus Flavia. L'ultimo edificio costruito sul colle fu il Septizodium, eretto da Settimio Severo. Abitato ancora dai re Goti e dagli esarchi bizantini, il P. subì nei secoli numerose manomissioni e spoliazioni, fino ai primi scavi regolari iniziati da L. Bianchini (1720) e proseguiti, dopo l'unificazione, dal Governo italiano.