Patriota, filosofo e giurista italiano. Laureatosi in Legge, nel 1770 fu lettore
straordinario di etica nell'università di Napoli e dal 1775
esercitò l'avvocatura. Nel 1785 ottenne la cattedra di Diritto criminale.
Sensibile alle idee egualitarie della Rivoluzione francese, partecipò al
fermento suscitato a Napoli dal diffondersi degli ideali rivoluzionari. Attivo
nella Società patriottica, nel 1789 fu avvocato dei poveri presso il
Tribunale dell'Ammiragliato, di cui fu, nel 1794, nominato giudice. La scelta di
assumere la difesa dei patrioti napoletani nel processo politico ai
rei di
Stato (1794) lo rese sospetto: nel 1796 fu arrestato e soltanto nel 1798
scarcerato. In seguito a questi fatti fu esule a Roma, poi a Milano. Con la
proclamazione della Repubblica partenopea (1799) tornò a Napoli e fu
chiamato a far parte del Governo provvisorio, nel quale tenne la presidenza del
Comitato legislativo. Contribuì all'elaborazione della nuova legge sui
feudi e fu incaricato di compilare la nuova Costituzione repubblicana, sulla
scia di quella francese del 1795. Partecipò alla lotta armata per la
difesa della Repubblica e poi alle trattative di resa, firmando con altri la
capitolazione. In seguito al tradimento di Nelson, che violò la
capitolazione, fu incarcerato e, dopo un processo sommario, impiccato. Tra le
sue opere citiamo:
Esame politico di tutta la legislazione dei Romani
(1768), frutto dei primi studi di giurisprudenza a Napoli,
Saggi politici dei
principi, progressi e decadenze della società (1783-85),
Considerazioni sul processo criminale (1787),
Principi del codice
penale (postumo, 1803), raccolta delle sue lezioni di Diritto criminale. Si
dedicò all'attività letteraria e pubblicò tra il 1782 e il
1792 alcuni drammi:
Gli esuli tebani,
Gerbino,
Agamennone,
Corradino,
Emilia; scrisse infine opere di argomento estetico: il
Discorso sull'origine e natura della poesia e il
Saggio del gusto e
delle belle arti, dai quali emerge una concezione della poesia per molti
aspetti vicina a quella vichiana. Il pensiero del Vico è evidente anche
nella visione della storia di
P., il quale, tipico rappresentante
dell'Illuminismo napoletano, associò l'Idealismo storicistico vichiano al
naturalismo meccanicistico di ispirazione francese (Brienza, Potenza 1748 -
Napoli 1799).