eXTReMe Tracker
Tweet

Pacinotti, Antonio.

Fisico italiano. Laureatosi presso l'università di Pisa nel 1862, collaborò con l'astronomo Donati (1862); dopo un periodo d'insegnamento presso l'istituto tecnico di Bologna (1864) e l'università di Cagliari (1873), successe al padre Luigi nella cattedra di Fisica tecnologica dell'ateneo di Pisa (1881). I suoi studi si indirizzarono presto verso il campo dell'elettrologia, dove si occupò della misura delle correnti elettriche e dei generatori dinamici di elettricità. Nel tentativo di costruire uno strumento di misura adeguato, P. elaborò il progetto di un motore elettrico (dinamo), che prese il nome di anello di P. e che fu sperimentato nel 1859. Successivamente lo stesso P. apportò al prototipo varie modifiche: nel 1860 costruì la cosiddetta macchinetta, della quale riuscì a calcolare potenza, consumo e rendimento. Nel 1865 presentò pubblicamente la sua scoperta in un articolo sul "Nuovo Cimento". A questo periodo risale anche la contesa sulla paternità dell'invenzione, rivendicata dal francese Z.Th. Gramme, al quale P. aveva parlato dettagliatamente della propria scoperta durante un soggiorno a Parigi. In seguito egli apportò altre ingegnose modifiche al modello originario, consentendo notevoli miglioramenti del rendimento. Le sue ricerche spaziarono anche in vari altri campi, fra cui lo studio delle alte tensioni e della meccanica agraria. Nei suoi scritti si trovano numerosi progetti, con intuizioni estremamente innovative. Tutti i suoi testi sono conservati presso l'archivio pacinottiano dell'università di Pisa, insieme ai disegni e ai primi modelli delle sue macchine (Pisa 1841-1912). ║ Anello di P.: strumento ideato da P. per la misurazione delle correnti elettriche e dei generatori dinamici di elettricità; in effetti inadatto a tale scopo è, però, l'antenato del motore elettrico. Esso consiste in un anello di ferro, sul quale è avvolto, in spire adiacenti, un filo di rame isolato messo a nudo lungo il fianco esterno dell'anello; l'anello viene poi montato su un asse che gli consente di ruotare orizzontalmente. Sul fianco dell'anello, in punti diametralmente opposti, sono fissate due spazzole che portano corrente all'anello, mentre in altri due punti, pure diametralmente opposti, ma ad angolo retto rispetto ai primi, vi sono i poli positivo e negativo di una calamita. Inviando corrente all'anello si produce un campo magnetico opposto a quello della calamita, cosicché l'anello risulta soggetto ad una coppia di forze che tende a farlo ruotare, trasformandolo in un motore elettrico.