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Orvieto.

Città in provincia di Terni, 78 km a Nord-Ovest del capoluogo; è situata a 325 m s/m., alla destra del fiume Paglia. 20.705 ab. CAP 05018. • Econ. - Agricoltura (foraggi, cereali, ortaggi, viti, frutta, olivi); industrie enologiche, dell'abbigliamento, del legno, dei materiali da costruzione, della ceramica artistica; artigianato. Turismo. • St. - Importante centro etrusco, identificato da alcuni studiosi con l'antica Volsinii veteres, fu in seguito occupato dai Romani, sotto i quali mantenne la sua primitiva floridezza economica. Durante l'Alto Medioevo, fu oggetto di lunghe dispute tra Goti e Bizantini. Sottomessa dai Longobardi, O. divenne sede di contea e di vescovado, quindi passò a Matilde di Canossa (XI sec.). Libero Comune nei secc. XII e XIII, divenne un ricco centro commerciale, e venne spesso in urto con Siena, Todi, Perugia, Viterbo per la signoria di Orbetello. Alla fine del Duecento, tuttavia, movimenti ereticali repressi con durezza da Clemente IV (1268) e lotte intestine fra le famiglie dei Monaldeschi, di parte guelfa, e i Filippeschi, di parte ghibellina, determinarono l'inizio di un lungo processo di decadenza, che si concluse con la sottomissione alla Chiesa (1354) alla quale, dopo alterne vicende, tornò definitivamente alla metà del Quattrocento. Occupata dall'esercito napoleonico (1798-1816), dopo la Restaurazione fu incorporata nella delegazione di Viterbo, ma già nel 1831 riottenne il titolo di capoluogo. Nel 1860 entrò a far parte del Regno d'Italia. • Arte - La parte più antica della città sorge su una rupe tufacea dalle pareti scoscese, che domina la parte più nuova, sviluppatasi sulle pendici orientali e ai piedi del colle in corrispondenza della stazione ferroviaria (O. scalo). L'abitato conserva una caratteristica impronta medioevale: a pianta irregolare, è attraversata da vie strette e tortuose. Dell'antica città etrusca sono pervenuti i resti del tempio del Belvedere (V sec. a.C.), a tre celle, preceduto da un'ampia scalinata; vasi provenienti dalla necropoli del Crocefisso del Tufo (secc. IV-III a.C.); una piccola statua in marmo raffigurante una dea rinvenuta nella necropoli di Cannicella. Al IV sec. a.C. risalgono alcune tombe dipinte, venute alla luce nei pressi di O. (tombe dei Velii, delle Bighe, degli Hescanas). La fioritura economica e artistica dei secc. XII-XIII è testimoniata da numerosi monumenti. Il duomo, capolavoro del Gotico italiano, venne iniziato nel 1290 su progetto di Arnolfo di Cambio; venne poi continuato da Lorenzo Maitani, che prese come modello il duomo di Siena, come appare evidente dalla tripartizione della facciata (terminata solo nei primi anni del Seicento) e dalla decorazione a liste bianche e nere della superficie esterna e interna. La facciata è arricchita da un rosone di A. Orcagna (1359). All'interno, a tre navate, sono conservate opere di notevole interesse artistico: l'affresco raffigurante una Madonna di Gentile da Fabriano; il ciclo decorativo della Cappella di S. Brizio (o Cappella Nuova), celebre opera di L. Signorelli; rilievi di scultori senesi e pisani; una ricca decorazione a mosaico; il coro ligneo di G. Ammannati (1331-40); il reliquiario del Corporale, capolavoro dell'oreficeria trecentesca. Altro edificio di grande interesse è il palazzo dei Papi, costruito fra il 1297 e il 1304 sul fianco destro del duomo. Eretto in stile gotico, ospita l'importante Museo dell'Opera del Duomo (dipinti di S. Martini; sculture di Arnolfo di Cambio, L. Maitani, Nino e Giovanni Pisano; opere di oreficeria, intagli, arredi sacri). In stile romanico sono, invece, le chiese di S. Andrea e S. Giovenale (entrambe risalenti ai secc. XI-XII; la prima sembra costruita sui resti di un edificio più antico, forse del VI sec.), il palazzo del Popolo (XIII sec.). La chiesa di S. Domenico, che fu rimaneggiata più volte e della quale oggi restano il transetto e l'abside, conserva il monumento funerario del cardinale Bray, opera di Arnolfo di Cambio (1295). Altre opere medioevali sono la torre Orfei e la torre del Moro. Risalgono all'epoca rinascimentale: il cosiddetto pozzo di S. Patrizio, opera di Antonio da Sangallo il Giovane; il palazzo Urbani-Petrucci, di Sanmicheli; il palazzo Crispo, costruito su disegno di Antonio da Sangallo il Giovane (1527-28).
Orvieto: Palazzo del Capitano