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Ortica.

Bot. - Pianta della famiglia delle Orticacee, comprendente circa 115 specie. La varietà più diffusa è l'Urtica dioica, detta anche o. comune, pianta perenne a rizoma strisciante, alta sino a 2 m. Le foglie sono opposte, ovato-lanceolate od ovate, seghettate; i fiori sono raccolti in glomeruli, a loro volta disposti in spighe ramose. Le foglie e il gambo sono forniti dei caratteristici peli urticanti dov'è presente l'acido formico, responsabile dell'irritazione cutanea, detta appunto urticazione, che provoca prurito, bruciore e talvolta la formazione di bolle simili a quelle dell'orticaria. Un tempo l'urticazione veniva praticata a scopo terapeutico per l'azione revulsiva che essa produce. Comunissima in tutta Italia, diffusa in genere nei luoghi antropizzati, è spontanea in tutte le regioni temperate del Vecchio Mondo e naturalizzata in Australia e nelle Americhe. Comune in Italia anche la specie annua Urtica urens, più piccola della precedente (sino a 50 cm) e generalmente monoica. Annua o bienne è l'o. romana (Urtica pilulifera), alta sino a 1 m, monoica, con infiorescenze femminili a capolino, propria dell'Italia centro-meridionale e della Liguria. Vengono chiamate impropriamente o. piante ad essa somiglianti ma sprovviste di peli urticanti, come la cosiddetta o. falsa (Lamium maculatum) e l'o. bianca (Lamium album). In passato i fusti dell'o. venivano utilizzati per produrre fibre tessili analoghe a quelle della canapa e del lino, usate per sacchi e lavorazioni grossolane; l'o. era sfruttata anche come emostatica ed antiemorroidaria. Le foglie dell'o. vengono impiegate nell'alimentazione animale, ma anche, in alcune regioni d'Europa, per quella umana nella preparazione di zuppe e minestre nonché di infusi e tè. Nota è la sua efficacia antiforfora. ● Zool. - O. di mare: nome volgare di molte meduse urticanti appartenenti alla classe dei celenterati marini detti scifozoi.