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Oro.

Metallo nobile, lucente, di colore giallo, che non si altera per effetto dell'azione dell'aria o dell'acqua. Per la sua rarità, duttilità e malleabilità è considerato uno dei metalli più preziosi. ║ Per estens. - Denaro, ricchezze, gioielli. ║ Fig. - Avere un carattere d'o.: avere un ottimo carattere. ║ Fig. - Avere un cuore d'o.: essere generoso. ║ Fig. - Nuotare nell'o.: essere molto ricco. ║ Fig. - Prendere per o. colato: accettare senza riserve. ║ Fig. - Non acconsentire per tutto l'o. del mondo: non acconsentire a nessun prezzo. ║ Fig. - A peso d'o.: a prezzo molto alto. ║ Fig. - Affari d'o.: affari molto redditizi. ║ Fig. - Secolo d'o.: il periodo di maggior splendore nella storia di un popolo, nello sviluppo di uno stile artistico. ║ Fig. - Età dell'o.: epoca mitica in cui l'uomo viveva in perfetta armonia con la natura che gli offriva i suoi doni. ║ Fig. - O. nero: petrolio. ● Chim. - Elemento chimico di numero atomico 79, peso atomico 196,967 e simbolo Au (dal nome latino aurum). Nella tavola periodica degli elementi costituisce l'elemento più pesante del I gruppo, sottogruppo B, e ha come omologhi inferiori il rame e l'argento. Sebbene sia un metallo molto raro, è reperibile in natura allo stato nativo e, per la sua inalterabilità, il suo colore caratteristico e la sua elevata densità, è facilmente riconoscibile. L'o. fu uno dei primi metalli scoperti dall'uomo e il suo impiego è accertato già nel 4.000 a.C., sia presso gli Egizi sia presso i Babilonesi. Venne utilizzato fin dall'antichità come metallo base per coniare monete e fabbricare gioielli e fu tesaurizzato in tutto il mondo. Solo negli ultimi decenni del XX sec., a causa del forte aumento del consumo industriale, ha avuto inizio un progressivo processo di demonetizzazione, cioè di abolizione dell'impiego dell'o. come metallo base per coniare monete e come mezzo di pagamento internazionale. ║ Stato naturale: l'o. è un metallo molto raro nella crosta terrestre, della quale costituisce solo 5 · 10-7 circa in peso (0,5 g per t). La sua diffusione è pari a 1/20 di quella dell'argento e 1/20.000 di quella del rame; inoltre, i giacimenti di o. sono difficili da sfruttare e, di conseguenza, il suo costo è elevato. Per la sua scarsa reattività, l'o. si trova in natura essenzialmente allo stato metallico, non combinato con altri elementi, in forma di noduli o scagliette miste a roccia (nelle cosiddette pepite); dallo sgretolamento di queste rocce aurifere derivano poi le sabbie aurifere, che contengono minuti granelli di o. In piccolissime concentrazioni è diffuso praticamente ovunque: anche le sabbie di molti fiumi italiani contengono dei minuti granuli d'o., di solito in quantità troppo piccola perché la ricerca sia economicamente vantaggiosa. Il maggior produttore di o. del mondo è la Repubblica Sudafricana, dove esistono numerose miniere, fra le quali la più grande e famosa è quella di Withwatersrand, presso Johannesburg. L'o. contiene sempre piccole quantità di argento (dall'1 al 50%); in alcuni casi si trovano anche leghe naturali di o. e palladio e di o. e rodio. Pochissimi sono i minerali di o., nei quali esso è presente come composto; citiamo fra questi la calaverite, un tellururo di o. AuTe2 esistente in Romania, in Australia e negli Stati Uniti (California e Colorado) e la silvanite (Au, Ag)Te2 o AuAgTe4, presente negli stessi Paesi. A sua volta l'o. può anche essere ottenuto come sottoprodotto della lavorazione di altri metalli, nei cui minerali si trova allo stato impuro. Nella metallurgia di piombo, zinco, nichel, rame, ecc. si ha sovente uno stadio di separazione dei metalli preziosi che, per il loro valore, vengono recuperati anche se presenti in quantità estremamente ridotta. Altro o. si ricava per recupero dalle sue leghe, da rottami vari, da oggetti dorati. ║ Metallurgia estrattiva: il metodo più seguito per separare, dopo l'estrazione, l'o. dal materiale sterile è la cianurazione, introdotta verso la fine del XIX sec. Il minerale viene lasciato per alcuni giorni a contatto con una soluzione acquosa di cianuro sodico (allo 0,05% circa) il quale, in presenza dell'ossigeno atmosferico, attacca l'o. nativo portandolo in soluzione sotto forma di cianuro doppio di o. e sodio, o aurocianuro sodico, secondo lo schema:

2Au + 4NaCN + O2 + 2H2O → 2Na [Au(CN)2] + 2NaOH + H2O2

L'o. recuperato è impuro e deve quindi essere liberato da particelle di argento, rame, zinco, piombo, ecc. Lo zinco si elimina per fusione della massa sotto scoria di borace; gli altri metalli per attacco con acido solforico o cloridrico. L'o. che si ottiene con questi processi non ha però ancora sufficiente purezza, per cui si deve eseguire una successiva operazione di raffinazione per via elettrolitica. Il metallo impuro viene colato in lastre che servono da anodi solubili, in un bagno nel quale sono poste delle lamine di o. purissimo che funzionano da catodi. Facendo passare corrente per applicazione di una tensione opportuna (il valore teorico è circa 0, ma in pratica si opera a circa 1 Volt), gli anodi si sciolgono e sui catodi si deposita o. puro. Le altre impurità restano vicino agli anodi formando dei fanghi anodici, che vengono trattati per recuperare argento, iridio, platino, ecc. e anche una piccola parte di o. Il consumo di energia è inferiore a 0,5 kWh/kg di o. purificato e, quindi, ha un'incidenza minima sul valore del prodotto. Il metallo così ottenuto ha una purezza del 99,99% e costituisce il cosiddetto o. mille o a 24 carati. Anche i vari o. legati, impiegati ad esempio in gioielleria, sono derivati da questo per alligazione controllata con altri metalli (argento, rame, ecc.). Un altro processo di separazione dell'o. dalla ganga attualmente piuttosto in disuso è l'amalgamazione: il minerale finemente macinato, ed eventualmente arricchito per levigazione, viene fatto scorrere lentamente sulla superficie di un bagno di mercurio liquido; l'o. si scioglie in questo metallo, formando un amalgama, mentre la sabbia viene asportata facilmente perché galleggia (il mercurio ha peso specifico 13,55 a temperatura ambiente, la sabbia circa 2,5). L'amalgama viene poi distillato per recuperare l'o. e rigenerare il mercurio, che torna in ciclo. Questo metodo presenta lo svantaggio di non estrarre l'o. contenuto all'interno dei granelli di minerale e di richiedere l'impiego di mercurio, costoso e tossico. ║ Proprietà fisiche: l'o. puro si presenta come un metallo pesante (peso specifico 19,3) dotato di un caratteristico colore giallo, resistente all'ossidazione e ai comuni agenti chimici e atmosferici. Fonde a 1.063 °C e bolle a 2.600 °C. L'o. presenta un'elevata conducibilità termica ed elettrica, inferiori solo a quelle del rame e dell'argento. Anche la sua elettronegatività è superiore a quella di ogni altro metallo: l'o., infatti, è un metallo nobile, cioè un elemento che ha pochissima tendenza ad andare in soluzione in quasi tutti gli ambienti chimici. Le proprietà meccaniche dell'o. variano con lo stato di lavorazione nel quale si trova. Il metallo puro al 99,99% ha una resistenza a trazione di circa 17,6 kg/mm² (allo stato di lingotto colato), con un allungamento a rottura del 30% circa e una durezza di 33 Brinell. Allo stato trattato termicamente (ricottura) un semilavorato ha una resistenza di circa 18,3 kg/mm², con un allungamento del 45% e una durezza di 25 Brinell. Allo stato incrudito con una riduzione di area del 60% la resistenza meccanica a trazione sale a 23,5 kg/mm², con un carico di snervamento convenzionale (0,2%) di 21 kg/mm², un allungamento a rottura del 4% e una durezza di 58 Brinell. Il rapporto di Poisson è circa 0,42, mentre il modulo di Young varia molto con il trattamento. Questi dati sono validi per l'o. puro; in presenza di altri elementi si hanno delle leghe che possono avere resistenze anche molto superiori: ad esempio, un o. legato con rame, argento, ecc. al 25% (il cosiddetto o. 750 o o. 18 carati, che contiene 18-24, cioè il 750 per mille, di o.) ha una resistenza a trazione di circa 45 kg/mm², pari a quella di un acciaio comune. Certe leghe speciali a base di o., ad esempio quelle per odontoiatria, hanno, dopo opportuni trattamenti termici, dei carichi di rottura fino a 120 kg/mm², pari a quelli dei migliori acciai. La presenza di elementi di alligazione ha, però, una marcata influenza anche sulle altre caratteristiche. Ad esempio, la resistività elettrica aumenta di circa il 30% per l'addizione dell'1% di argento o palladio, di circa il 50% per l'addizione dell'1% di platino, di oltre il 100% per l'addizione dell'1% di iridio, zinco, nichel, del 1.220% per l'addizione dell'1% di ferro. Anche il colore muta: l'addizione di rame tende a colorare l'o. in rosso, quella di argento in verde, mentre la presenza di nichel gli fa assumere toni biancastri. Il colore varia tanto più quanto più è alto il tenore dell'elemento aggiunto; comunemente si apprezzano le differenze solo sull'o. a 18 carati (cioè con il 25% in peso di elemento estraneo), non su quello a 23 carati (cioè con 1/24, pari al 4,16% in peso di elemento estraneo). Ricordiamo, infine, l'estrema malleabilità dell'o. puro, che può essere laminato in fogli dello spessore di soli 0,2 mm di millimetro, o trafilato in fili di pochi millesimi di millimetro di diametro. Nei componenti elettronici attivi (transistor, circuiti integrati, ecc.) è comune l'impiego di un filo di o. del diametro di 25/1.000 di millimetro per effettuare i collegamenti interni. L'o. può essere steso su materiali diversi (metalli, materie plastiche, vetro, ceramica, ecc.) in pellicole estremamente sottili, sia per elettrodeposizione sia per evaporazione sotto vuoto; si ottengono spessori che possono essere dell'ordine di alcuni o di decine di atomi. Per di più esso può essere fuso e colato senza particolari precauzioni; anzi, a differenza di quasi tutti i metalli, nella fusione non necessita della presenza di agenti disossidanti. ║ Proprietà chimiche: l'o. è un tipico metallo nobile, dotato di scarsa tendenza a passare in soluzione nella maggior parte degli ambienti chimici; è stabile all'aria, anche se viene riscaldato a temperature relativamente elevate. Non viene attaccato a freddo da quasi nessun acido, salvo che in presenza di forti ossidanti o quando l'acido stesso è un forte ossidante. Fra i reagenti comuni che lo sciolgono ricordiamo l'acqua regia (chiamata così proprio perché scioglie l'o.), le soluzioni di cianuri alcalini in presenza di ossigeno o, meglio, di acqua ossigenata, l'acqua di cloro, l'acqua di bromo, l'acido iodidrico e l'acido selenico. Il mercurio lo scioglie con formazione di un amalgama dal quale l'o. è recuperabile per distillazione. I composti di o. sono per lo più instabili e si decompongono facilmente liberando il metallo. Fra i più stabili ricordiamo quelli dell'o. monovalente e, in particolare, lo ione complesso |Au(CN)2|-, stabile in presenza di ioni alcalini. Fra i composti trivalenti ricordiamo, invece, l'acido cloroaurico H(AuCl4), che si forma attaccando il metallo con acqua regia e in soluzione si decompone facilmente; ad esempio, per addizione di cloruro stannoso si ha formazione di acido clorostanico e liberazione di o. metallico in forma colloidale, che provoca nella soluzione una intensa colorazione rossa detta porpora di Cassio. Questa reazione viene usata in chimica per la determinazione della presenza di o. Se, invece, viene trattata con ammoniaca, la soluzione di acido cloroaurico fornisce un precipitato fortemente esplosivo, detto o. fulminante, la cui composizione non è ancora bene accertata. I composti di o. non hanno, salvo alcuni casi, sensibili applicazioni industriali al di fuori della preparazione metallurgica o della elettrodeposizione dell'o. stesso. ║ Produzione e consumi: la produzione mondiale di o. si aggira attualmente attorno alle 1.900 t. Ingenti quantitativi di o. sono tesaurizzati sia da privati sia da tutte le Nazioni, che lo utilizzano come moneta di scambio nelle transazioni internazionali e come base per il valore della loro moneta. Con l'aumento del consumo, soprattutto industriale, e l'inflazione seguita alla crisi petrolifera del 1973, il prezzo dell'o. è aumentato fino a raggiungere nel 1980 la cifra record di 850 dollari l'oncia; in seguito ha avuto inizio una fase discendente per cui, nel 1990, il costo fu di 384 dollari l'oncia. I fattori determinanti della fluttuazione del prezzo dell'o. sono l'inflazione e il valore del dollaro. ║ Usi: una notevole quantità di o. viene utilizzata per la fabbricazione di gioielli e monili e per la coniazione di monete. Per i gioielli esso viene impiegato in lega, di solito a 18, 23 o 24 carati (il carato è un seme di ceratonia siliqua, del peso di circa 0,2 g, usato nell'antichità come misura di peso; i carati indicano le parti in peso di o. su 24 parti di lega), con argento, rame, nichel o, più raramente, palladio o zinco. La maggior parte delle monete ha titolo 21,6 carati, cioè è costituita da o. al 900%.; esse sono normalmente di lega con solo rame, in modo da consentire un più facile recupero dell'o., che si effettua quando il valore del metallo contenuto supera il valore nominale della moneta. Per determinare il titolo di o. in una lega si pesa una certa quantità di lega, quindi la si fonde e la si lascia fusa per un certo tempo in un forno a muffola a pareti porose. Il globulo così ottenuto viene battuto per ridurlo in lamina, trattato con acido nitrico bollente, lavato e asciugato. Quello che resta è o. praticamente puro. L'o. viene impiegato anche come rivestimento superficiale, sia in bigiotteria, sia per applicazioni varie. Diverse sue caratteristiche sono infatti determinanti: la sua inalterabilità agli agenti atmosferici, l'elevata conducibilità termica ed elettrica, la bassa resistenza elettrica di contatto, il basso rumore elettrico dei contatti o.-o., la saldabilità a stagno o a termocompressione (cioè per pressione fra due superfici calde, ma non al punto di fusione), la possibilità di formare leghe bassofondenti con silicio e germanio ne fanno un metallo indispensabile per l'industria elettronica, che lo utilizza come rivestimento superficiale di contatti e contattiere, circuiti stampati, relais, per la fabbricazione di molti componenti, quali transistor, circuiti integrati monolitici, ibridi e MOS, ecc. Anche altre industrie, come quella aeronautica e missilistica, che hanno un grande bisogno di parti elettroniche, impiegano in larga misura l'o. Un ulteriore campo di applicazione di questo metallo è la fabbricazione di guide d'onda per la trasmissione di segnali in altissima frequenza (segnali radar e simili); poiché in tali casi è assai importante il cosiddetto effetto pelle, per il quale la corrente fluisce essenzialmente alla superficie del conduttore stesso, è abituale che questo sia rivestito con uno strato di o. Anche determinate parti di strumenti o apparecchiature di precisione possono essere finite in o., grazie all'inalterabilità di questo metallo. In certi ambienti particolari dell'industria chimica o farmaceutica è poi necessario impiegare reattori, autoclavi, ecc. con finitura superficiale in o. A proposito dei rivestimenti in o., che di solito sono ottenuti per elettrodeposizione, occorre tener presente che se il rivestimento è relativamente sottile (ad esempio, 0,5 ÷ 4 micron; 1 micron = 0,001 mm) e viene applicato, come accade spesso, sul rame o sulle sue leghe (incluso ottone), si ha nel tempo una diffusione del rame nell'o. e viceversa, per cui si forma pian piano una soluzione solida di o. nel rame, anche a temperatura ambiente. Questo porta a un'apparente scomparsa di tutto l'o. dalla superficie, inconveniente che può essere evitato interponendo fra il metallo base e il rivestimento in o. uno strato barriera di un metallo opportuno, ad esempio nichel (ne bastano alcuni micron) nel quale la diffusione è molto più lenta. Altri impieghi dell'o. si hanno nella decorazione della ceramica e del vetro; nel primo caso si usano paste a base di o. che dopo cottura lasciano uno strato di metallo assai sottile, mentre nel secondo si usano particelle metalliche disperse nella massa vetrosa. Per la sua elevata temperatura di fusione l'o. e le sue leghe sono anche usati per brasature ad alta temperatura, per applicazioni speciali, come in certi tubi a vuoto o parti di apparecchiature destinate a lavorare in ambienti corrosivi. Le leghe di o. sono utilizzate per uso odontoiatrico (corone, ponti). ● Econ. - In ambito economico, l'o. ha rappresentato storicamente la principale riserva di valore e un mezzo di pagamento universalmente accettato, in quanto dotato di capacità valutaria intrinseca, grazie anche alla sua relativa scarsità, omogeneità e frazionabilità. Insieme all'argento fu, nei secoli, il metallo prezioso utilizzato per le monetazioni (V. MONETA e MONETAZIONE). Fino al XVIII sec., in regime di bimetallismo monetario con ampia prevalenza dell'argento, la produzione annua di quest'ultimo superava quella aurea, mantenendo il rapporto economico fra i due metalli intorno a 1:15. A partire dall'Ottocento, anche a causa della scoperta e dello sfruttamento di numerosi nuovi giacimenti auriferi in Australia, California e, verso la fine del secolo, in Sudafrica, il rapporto tra o. e argento subì variazioni consistenti, nel senso di un deprezzamento del secondo rispetto al primo. Per questa ragione, verso la fine del XIX sec., quasi tutti i Paesi passarono a un regime monetario a base aurea, abbandonando l'argento cui rimase la funzione di moneta sussidiaria. Alla vigilia della prima guerra mondiale, a ciascuna delle divise dei Paesi occidentali corrispondeva un determinato contenuto aureo, anche se la circolazione quotidiana era per lo più costituita da biglietti di banca, convertibili in monete d'o. Durante la guerra, essendo stato imposto quasi ovunque il corso forzoso (V. CORSO), si produsse una generale disorganizzazione dei sistemi monetari, anche perché l'o. circolante era per lo più defluito verso le Nazioni neutrali fornitrici di merci. L'ordine non era ripristinabile con la semplice reintroduzione dell'o. secondo il classico regime gold standard (V.): per evitare un eccessivo rialzo di quotazione di questo metallo e la conseguente deflazione dei prezzi, che avrebbe messo in pericolo le fragili economie post-belliche, era necessario ridurre la quantità di o. necessaria alla circolazione monetaria. Per questo motivo, furono elaborati i sistemi gold bullion standard (V.) o gold exchange standard (V.), per i quali le divise nazionali potevano essere convertite rispettivamente o in verghe d'o., corrispondenti a parte del valore nominale, o in divise straniere, con cambio aureo fisso. Tuttavia la crisi del 1929 portò anche le valute di riferimento gold standard, sterlina e dollaro americano, a disancorarsi dall'o., con grave danno anche per le monete che ad esse si rifacevano nel sistema gold exchange, rendendo così mondiale la crisi. La flessione della domanda di metallo, non più usato direttamente per la monetazione, ma solo per le riserve auree, provocò una sovrabbondanza dell'offerta, anche a causa dell'aumento di produzione favorito dai minori costi. Con la seconda guerra mondiale, tuttavia, le quantità estratte calarono bruscamente, mentre cresceva la domanda a scopo di tesaurizzazione. Per favorire una stabilizzazione del prezzo dell'o. e dei cambi monetari, nel 1944 fu varato un nuovo sistema internazionale detto di Bretton Woods, che abolì il gold standard e ancorò le diverse monete all'o. attraverso il solo dollaro (essendo gli Stati Uniti sede della maggior riserva aurea mondiale): le singole valute erano definite in grammi o., ma nessuna poteva essere direttamente convertita, se non il dollaro, secondo un rapporto fisso di 35 dollari per oncia. Ciò garantiva una stabilità di cambio anche tra le divise, sia rispetto alla moneta americana, sia reciprocamente. Nel tempo, tuttavia, anche questo accordo mostrò i suoi limiti: la quantità di dollari circolanti risultò indipendente dall'effettiva riserva aurea del Paese e l'accumulo di valuta americana all'estero dipendeva dal disavanzo della bilancia commerciale statunitense; da ciò seguì che l'offerta di dollari sul mercato era superiore alla reale capacità delle casse americane di convertirli in o. Tale situazione portò a una serie di speculazioni a sfavore del dollaro e finalizzate all'acquisto di o., che culminarono nella crisi del 1960, in cui il prezzo del metallo si impennò oltre le bande di oscillazione previste e tollerabili. Per cautelare le Borse e le economie nazionali da episodi simili, fu costituito, a Basilea, il cosiddetto pool dell'o., un consorzio sostenuto da otto Paesi. Questo, aveva la funzione di gestire la fornitura ai mercati della quantità d'o. mancante a soddisfare la domanda rispetto all'offerta disponibile, allo scopo di calmierare e stabilizzare il prezzo del metallo. Per un certo periodo l'azione del pool dell'o. fu efficace, ma non poté risolvere né il problema dell'immissione di dollari sul mercato valutario, come conseguenza del disavanzo della bilancia dei pagamenti statunitense, né la scarsità di riserve auree ufficiali dei singoli Paesi. Negli anni 1967-68, manovre speculative di crescente ampiezza, richieste molto elevate di o. da parte di privati per tesoreggiamento e il forte disavanzo degli Stati Uniti costrinsero i Paesi del pool, da cui oltretutto si era ritirata la Francia, a fronteggiare una domanda eccessiva di metallo. Per questo motivo, mediante il cosiddetto "accordo di Washington" del 1968, si decise di sciogliere l'organismo e separare il mercato dell'o. in due ambiti distinti e autonomi: quello privato e mercantile, in cui il metallo avrebbe soggiaciuto senza correttivi alle generali leggi della domanda e dell'offerta, e quello ufficiale e monetario, bloccato a 35 dollari l'oncia e riservato alle sole Banche centrali, che non potevano in alcun modo cedere il proprio metallo a privati. In questo modo si avviò il processo di demonetizzazione dell'o., dal momento che il mercato monetario risultò sempre più imperniato sul dollaro, mentre le vicende mercantili dell'o. prescindevano da quelle delle valute. Il prezzo di scambio del metallo mostrò subito una netta tendenza alla crescita, che in alcuni momenti si cercò di calmierare da parte di organismi ufficiali con vendite di quantità ingenti, ma con effetti di breve durata. Durante gli anni Settanta, infatti, in seguito alla decisione di Nixon di imporre l'inconvertibilità dei dollari in o. e quella del Fondo Monetario Internazionale di svincolare dal metallo i sistemi a base aurea, l'o. aveva sì perso progressivamente la sua residua funzione monetaria, ma non quella di riserva di valore per la quale era stabilmente ricercato. A riprova di ciò, la quotazione di scambio dell'o. si è dimostrata, anche in seguito alla mondializzazione delle economie e agli effetti globali delle politiche di singoli Paesi, intimamente connessa alle vicende internazionali, in quanto ha mantenuto la sua funzione di "bene rifugio" per eccellenza, particolarmente appetibile in momenti di crisi economiche o politiche. Il massimo storico nelle quotazioni è stato raggiunto nel 1980 con il prezzo di 850 dollari per oncia, poi ridisceso e assestatosi, al principio degli anni Novanta, intorno ai 360 dollari.