Concezione scientifica o filosofica secondo cui le strutture complesse, quali
gli organismi viventi o le società umane, non possono essere interpretate
né come la mera somma delle loro parti, né semplicemente in base a
principi fisico-chimici. ● Biol. - Concezione che si oppone al
meccanicismo e che afferma che la struttura organizzata degli esseri viventi non
è riducibile a un insieme di relazioni fisco-chimiche. L'assunto
organicistico porta ad impiegare categorie esplicative di tipo teleologico,
secondo cui le funzioni delle singole parti sono rapportate a uno scopo
intrinseco all'organismo stesso. ● Filos. - Nell'ambito della ricerca
filosofica, il termine può essere applicato a ogni concezione del mondo
che si contrapponga al meccanicismo, a una concezione cioè che consideri
i fenomeni come predeterminati da regole naturali immutabili. Nel senso
più ampio del termine, organicistiche sono le dottrine di Platone e di
Aristotele, il Neoplatonismo di Plotino e quello rinascimentale. Organicistica
è anche la dottrina di Sant'Agostino e il Cattolicesimo in genere,
poiché tendono a considerare il mondo come un tutto organico. Nella
filosofia moderna, tipicamente organicistica è la concezione leibniziana
della natura. Secondo Leibnitz, infatti, la natura è l'insieme di
elementi semplici (le monadi), che si accordano in un'armonia prestabilita da
Dio. La tradizione organicistica trovò pieno sviluppo nella concezione
romantica della vita. Organicistici sono il sistema idealistico di Hegel e il
Materialismo dialettico di Marx, secondo cui la storia procede secondo una
logica che le è propria. Nell'ambito del pensiero contemporaneo, un
esempio emblematico di dottrina organicistica è costituito dalla
filosofia di N. Whitehead. Whitehead, infatti, sottopone a una critica radicale
la visione dell'universo implicita nel meccanicismo newtoniano, basata sulle
categorie di sostanza-materia, opponendo ad essa una concezione della natura,
fondata sul concetto di relazione. ● Sociol. e Antropol. - Nell'ambito
della ricerca sociologica vengono indicate come organicistiche quelle dottrine
che assimilano la società a un organismo vivente. Importante esponente
della dottrina organicistica fu A.R. Radcliffe-Brown che, sulla scorta dagli
studi di H. Spencer, elaborò un'analogia tra il sistema biologico e
l'organismo sociale: "Un sistema sociale" scrive "ha un certo tipo di
unità di cui possiamo parlare come di un'unità funzionale". Si
tratta di una "condizione in cui tutte le parti del sistema sociale operano con
un grado sufficiente di armonia o di coerenza interna, cioè senza
produrre conflitti persistenti". Analoga tendenza segue la dottrina di W.G.
Summer che considera l'adattamento reciproco come compito fondamentale del
processo sociale: dalle usanze comuni provengono i
mores (costumi), dai
mores concreti un
ethos generale (l'insieme delle norme di vita e
delle convenzioni morali), e da questo
ethos nasce l'alta cultura. Il
tutto si lega in un sistema in movimento, costituendo un'unità quasi
organica e le parti di tale unità ricevono esistenza e significato dalle
forze vitali che sostengono e muovono il tutto. ● Psicol. - Scuola di
pensiero che riconosce l'esistenza, alla base delle malattie mentali, di una
lesione macroscopica, istologica o biochimica, del cervello. Importanti
esponenti di questa corrente di studi sono W. Griesinger e K. Wernicke, che si
sono occupati delle relazioni intercorrenti tra sintomi psichici e lesioni
anatomiche del cervello.