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Oratore, L'.

Trattato in forma dialogica sull'eloquenza, in tre libri, di Marco Tullio Cicerone. La discussione s'immagina svolta in due riprese, durante i ludi romani del 91 a.C. fra due oratori famosi, di tendenze opposte: Crasso e Antonio. Ad essi fan corona altri interlocutori minori: Rufo, Cotta, Scevola, Catulo, Strabone. Crasso, più contenutista, sostiene che al perfetto oratore sia necessaria una solida cultura storico-filosofica e artistica, e che un bel discorso debba essere nutrito di argomenti, elaborato con ordine e fissato nella memoria; Antonio, invece, piuttosto formalista, è del parere che l'armoniosità della lingua, la forbita proprietà dello stile letterario e la nitida chiarezza siano alla base dell'arte oratoria. Più propenso al tipo d'eloquenza di Crasso, Cicerone espone i propri argomenti pro e contro le diverse tendenze oratorie.