Città (28.136 ab.) della Francia, nella Provenza, nel dipartimento di
Vaucluse, alla sinistra del fiume Aygues. Mercato agricolo (frutta, cereali,
vino, ortaggi); industrie alimentari, calzaturiere, tessili, del vetro, della
ceramica. ● St. - La città, centro (
Arausio) dei Cavari, fu
eretta a colonia romana da Augusto; sede di un vescovado, durante il Medioevo
fece parte del Regno di Borgogna e nell'XI sec. divenne sede di contea. In
seguito passò a diverse famiglie, ultima delle quali la famiglia Nassau,
che dalla città aggiunse al proprio il nome Orange
(V. ORANGE-NASSAU).
Lacerata dai violenti scontri religiosi, dopo il 1712 la città venne
incorporata da Luigi XIV nel Delfinato. ● Arte - Diversi monumenti
testimoniano l'antico splendore della città romana: fra questi,
parzialmente ricostruiti, la cinta muraria e la rete stradale interna alla
città, il teatro augusteo con numerosi frammenti delle statue che lo
ornavano, l'arco trionfale a tre fornici di epoca tardo augustea-tiberiana.
Nelle vicinanze del centro è stato inoltre rinvenuto un complesso
edificio che va probabilmente identificato con un ginnasio, l'unico
documentabile in tutta la Gallia. La cattedrale in stile tardo-romanico risale
al Duecento, ma fu rimaneggiata nei secc. XV-XVII.
O. era dotata di un
castello, fatto distruggere nel 1673 da Luigi XIV. ║
Concili di O.:
nella città si tennero diversi concili, il più importante dei
quali fu convocato nel 529 e presieduto da Cesario d'Arles: esso condannò
il semipelagianesimo e approvò invece la dottrina agostiniana sulla
Grazia e sul libero arbitrio.