Termine filosofico indicante la tendenza ad attribuire un'importanza
determinante, nella formulazione dei problemi speculativi, al punto di vista
ontologico. Ontologistica è quindi, in genere, ogni concezione filosofica
che ponga la conoscenza dell'essere come prima condizione per la conoscenza di
ogni altro particolare e che sostenga la possibilità per la mente umana
di pervenire a una conoscenza intuitiva e immediata dell'Essere assoluto. Il
termine è stato usato, in particolare con riferimento a Nicola
Malebranche (
o. malebranchiano), per la sua visione della dottrina di
Dio, e con riferimento al sistema filosofico di Gioberti, di derivazione
malebranchiana. Gioberti pone come principio della filosofia la conoscenza di
quell'assoluto Ente che crea il particolare "esistente". Come già
Rosmini, che fu un precursore del neocriticismo italiano e che, proponendosi di
unire il criticismo kantiano all'
o. della tradizione cattolica,
riuscì a mettere in luce gli elementi più profondi dell'
o.,
Gioberti si attiene a un
o. tradizionale, concedendo il carattere di
Essere supremo solo all'Ente supremo, mentre le creature avrebbero soltanto
l'esistenza, da cui la formula giobertiana l'"Ente crea l'esistente". Nella
filosofia contemporanea, ha assunto il nome di
o. critico la dottrina di
Pantaleo Carabellese che, muovendo dal criticismo kantiano, attraverso
l'idealismo di Gentile e riallacciandosi anche a Rosmini, ha sviluppato
l'esigenza oggettivistica, insita nel pensiero del suo maestro, Bernardino
Varisco, pervenendo, con la sua "critica del concreto" a una concezione
ontologica dell'essere e dell'oggetto.