(o
ulivo). Bot. - Nome con cui vengono indicate le piante del genere
Olea, della famiglia delle Oleacee, ordine ligustrali. Con
o. si
indica in particolare l'
Olea europaea, che si presenta in due
sottospecie:
o. coltivato e
o. selvatico. ║
O.
coltivato o
domestico (
Olea europaea sativa): è un
albero sempreverde, di altezza tra i 4 e i 10 m, con rami lisci, foglie
lanceolate, verdi sul lembo superiore, bianche sotto, dove si presentano
fittamente ricoperte di peli peltati. I fiori sono piccoli, bianchi, raccolti in
piccoli grappoli; il frutto è una drupa dal mesocarpo carnoso e ricco di
olio, con endocarpo grande e duro, che racchiude un solo seme. L'
o.
domestico è caratterizzato da un legno giallastro molto compatto e
resistente, utilizzato per costruire mobili; pianta di ampia diffusione,
presenta diverse varietà, distinte in base alle caratteristiche del
frutto. ║
O. selvatico o
oleastro (
Olea europeaea
oleaster): è di dimensioni minori, con chioma raccolta, rami
spinescenti, foglie piccole, corte e strette, frutto piccolo, dal mesocarpo poco
sviluppato; si trova nei luoghi rupestri. ║ L'
o. è uno degli
alberi più longevi. La presenza dell'
o. delimita una regione
climatica chiaramente definita, detta
regione dell'o. o
regione
mediterranea, dove le temperature scendono di rado sotto lo zero. ●
St. - L'
o. è di origine antichissima; alcuni esemplari presenti in
Africa settentrionale o in Palestina sembrano risalire all'epoca romana. Per
diverso tempo si è considerata patria nativa dell'
o. l'Asia
Minore, pensando che da quelle terre la pianta fosse stata successivamente
introdotta in Grecia e poi in Italia e nel resto del Mediterraneo. Ricerche
successive hanno portato a pensare che l'
o. abbia avuto origine nella
regione compresa tra i monti a Sud del Caucaso, le pendici occidentali
dell'altopiano iranico e le coste della Siria e della Palestina. Da qui la sua
coltivazione si sarebbe diffusa in Egitto e in seguito, per iniziativa di
Fenici, Ebrei, Egiziani, in Asia Minore, Grecia, Africa. ● St. delle rel.
- L'
o. ha sempre assunto in ambito religioso valenza positiva, portando
con sé importanti significati. Nel mondo ebraico rappresenta i giusti
(
Salmi, 52, 10;
Osea, 14, 7), il popolo eletto (
Geremia,
11, 16) e la pace, nell'episodio in cui, dopo il diluvio, la colomba ne porta un
ramo a Noè (
Genesi, 8, 11). In Italia viene benedetto durante la
liturgia della domenica delle Palme. In Grecia, dove anticamente l'
o. era
considerato un dono della dea Atena all'Attica, veniva utilizzato per
intrecciare le corone dei vincitori delle Olimpiadi; alla pianta erano inoltre
attribuiti poteri fecondanti e, per questo motivo, le statue di alcune
divinità connesse alla fertilità della terra venivano intagliate
nel legno d'
o. A Roma l'
o. rientrava nelle cerimonie di
purificazione.