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Olivier, Laurence Kerr, sir.

Attore e regista inglese. Compiuti gli studi presso la St. Edward's School di Oxford, esordì in teatro nel 1925. Dal 1926 al 1928 lavorò con la compagnia del Birmingham Repertory Theatre, facendosi notare nella rappresentazione in chiave moderna del Macbeth. Nel 1934 si affermò con La famiglia reale di Ferber e Kaufman, seguita da un memorabile Romeo e Giulietta (1935). Nel 1937 entrò nella compagnia dell'Old Vic, con la quale lavorò fino al 1949. In quel decennio, insieme ad A. Guinness, a R. Richardson e alla moglie V. Leigh, fu tra i protagonisti delle stagioni teatrali londinesi, interpretando Shakespeare, Shaw, Ibsen, Cechov. Dopo una lunga tournée in Francia e negli Stati Uniti, tornato in Inghilterra prese in gestione il St. James Theatre, nel quale rappresentò Cesare e Cleopatra di Shaw e Antonio e Cleopatra di Shakespeare. Nel 1955, insieme a V. Leigh, inaugurò un'altra splendida stagione teatrale a Stratford-on-Avon interpretando La dodicesima notte, Macbeth e, guidato da P. Brook, Titus Andronicus. Tra il 1955 e il 1960, O. si dedicò alla drammaturgia contemporanea, presentando The Entertainer di Osborne e I rinoceronti di Ionesco, ma nel 1962, divenuto direttore del Chichester Festival e del National English Theatre, ritornò al teatro classico con Otello e Zio Vania. In campo cinematografico, dopo esordi poco felici, si impose in ruoli drammatici con La voce nella tempesta (1939) di W. Wyler, Rebecca, la prima moglie (1940) di A. Hitchcock, Orgoglio e pregiudizio (1940) di R.Z. Leonard. Come attore e regista lavorò in: la trilogia Enrico V (1945), Amleto (1948) e Riccardo III (1955); Gli occhi che non sorrisero (1952) di W. Wyler; Il principe e la ballerina (1957), diretto da lui stesso; Gli sfasati (1960) di T. Richardson; L'anno crudele (1962) di P. Glenville; Karthoum (1966) di B. Dearden. Nel 1973 fu costretto, per motivi di salute, ad abbandonare il palcoscenico. O. si dedicò, quindi, alla regia teatrale, curando la trasposizione cinematografica di Sabato, domenica e lunedì (1973) e di Filumena Marturano di Eduardo de Filippo (1977). In campo cinematografico continuò a raccogliere consensi con Gli insospettabili (1972) di J.L. Mankiewicz, Il maratoneta (1976) di J. Schlesinger, Una piccola storia d'amore (1979) di G.R. Hill e War Requiem (1989) di D. Jarman. Nominato baronetto nel 1947, nel 1970 ottenne il titolo di pari d'Inghilterra con il diritto di occupare un seggio alla Camera dei Lord. Nel 1953 ricevette la Legion d'onore francese e nel 1978 un Oscar alla carriera. Le sue memorie sono raccolte nell'autobiografia Confessioni di un attore (Dorking, Surrey 1907 - Steyning, Londra 1989).