Tecnica agraria per la coltivazione degli olivi; viene indicata anche come
oleicoltura o, più raramente, come
ulivicoltura. ●
Encicl. - La coltivazione dell'olivo richiede temperature miti. La pianta si
riproduce attraverso i semi e, vegetativamente, per parti di pianta, ovvero per
ovoli, talee e polloni. Dai semi nascono piantine che tendono
all'inselvatichimento e non riproducono i caratteri colturalmente utili; anche
dai getti della ceppaia si sviluppano piantine, gli
olivastri. Nel
semenzaio è possibile ottenere gli
olivini da seme, che devono
subire una serie di trasferimenti prima di poter essere innestati: dopo un anno
nel semenzaio, vengono posti nel piantinaio, dove restano un altro anno; passano
quindi nel vivaio, dove dopo due o tre anni vengono messi a dimora. La
moltiplicazione dell'
o. per parti di pianta è la più
comune: i getti migliori di un ovolo vengono trattati come gli olivini per tre o
quattro anni e quindi posti a dimora; i polloni, che sorgono dagli ovoli sulla
pianta madre, si mettono a dimora quando sono arrivati a giusto sviluppo; infine
le talee, che hanno dimensioni varie, vengono allevate per tre o quattro anni e
se sono molto robuste si piantano direttamente a dimora. L'innesto viene fatto a
spacco o a corona (a gemma o a marza). L'olivo impiega un tempo molto lungo,
compreso tra i 30 e i 40 anni, per raggiungere la completa produttività.
Il frutto matura tra l'autunno e l'inverno e viene raccolto quando la buccia ha
assunto color viola scuro e la polpa color rosso vinato. La pianta predilige
terreni posti in collina, in luoghi non umidi; si coltiva accanto a piante a
ciclo produttivo rapido, come la vite o il pesco. Richiede la potatura, che
consente di dare alla chioma una forma aperta al centro, in modo da permettere
all'aria e ai raggi del sole di penetrare e di favorire la fruttificazione.
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Malattie dell'o.: tra le patologie più importanti si
segnalano: la pinguedine, che fa marcire le radici a causa di eccesso di
umidità; la carie o lupa, disturbo delle parti legnose; la rogna o
tubercolosi, malattia provocata dal batterio
Pseudomonas savstanoi, che
provoca la formazione di tubercoli sui rami giovani; la brusca, causata da un
fungo (
Stictis panizzei); la melata, l'occhio di pavone. Macchie rossicce
o di secco sono segno di alterazioni non parassitarie. Infine esistono numerosi
parassiti animali: il punteruolo, l'ilesino, il pidocchio, varie cocciniglie, la
mosca olearia. ║
Raccolta delle olive: può essere effettuata
con varie modalità, da dicembre a febbraio: la
raccattatura, o
raccolta a terra dei frutti caduti; la
bacchiatura, raccolta delle olive
fatte cadere a terra con bastoni; la
pettinatura, che prevede la raccolta
dall'albero per mezzo di attrezzi speciali a pettine; spesso si fanno
precipitare le olive su grandi teli distesi sotto le piante. In genere la pianta
segue un ritmo regolare nella produzione di frutti: ad un anno di
carica,
cioè di produzione abbondante, segue un'annata di
scarica, con
un'alternanza che difficilmente può essere modificata dalle cure
colturali. L'
o. è una delle principali colture in Italia.