Antica città della Grecia, nella penisola calcidica, presso il golfo di
Torone. ● St. - Colonia di Calcide, fu possesso dei Bottiei (gente
greco-tracia) fino al 480 a.C., quando venne conquistata dal persiano Artabazo e
ripopolata da Greci calcidesi di Torone. Tra il 433 e il 432 a.C.
partecipò alla Lega delio-attica e nel 432 a.C. si ribellò ad
Atene. Divenne, quindi, sede della Lega dei Calcidesi di Tracia e prese parte
alla guerra del Peloponneso a fianco di Sparta. Allo scioglimento della Lega
calcidica,
O. rimase autonoma; tuttavia, in seguito, entrata in conflitto
con Sparta, fu costretta a sottomettersi al dominio di questa (376 a.C.).
Riconquistata in breve tempo la propria autonomia, la città si
legò in un primo momento ad Atene, quindi alla Macedonia di Filippo II,
contro la stessa Atene. Non appena diede segni di riavvicinamento alla capitale
greca, al fine di opporsi alla politica macedone di espansione, Filippo II
trovò immediatamente un pretesto per attaccarla e, nonostante le
appassionate orazioni di Demostene (le
Olintiache) per guadagnare a
O. l'aiuto ateniese, la città venne rasa al suolo dai Macedoni
(348 a.C.). ● Archeol. - Significativi sono stati i rinvenimenti da parte
della scuola archeologica americana che, tra il 1928 e il 1938, ha messo in luce
l'impianto stradale di
O., uno dei centri urbani più interessanti
di tutta la Grecia. Il reticolato delle vie risponde ai canoni dell'urbanistica
ippodamea: si presenta, cioè, con strade che si intersecano
perpendicolarmente. L'abitato è cinto da mura in mattoni crudi; pochi
risultano gli edifici pubblici identificati: una fontana, una stoà, una
sala per riunioni a due navate localizzata nell'agorà. Le case,
probabilmente a due piani, hanno di regola un cortile interno lastricato e un
portico. La loro pianta è quella più frequente in Grecia: vari
ambienti si aprono su una sala centrale quadrata. Un quartiere residenziale,
identificato nel lato orientale della città, presenta invece case
più ricche, con peristilio e mosaici figurati a ciottoli. I mosaici di
queste case, anteriori al 348 a.C. (quelli della cosiddetta villa della Buona
Fortuna sembrano risalire al V sec. a.C.), sono tra i più antichi che si
conoscano nell'arte greca e mostrano temi mitologici, iscrizioni o figurazioni
simboliche. Moltissimo il materiale minuto emerso dagli scavi: statuette
fittili, monete, vasi dipinti e a rilievo, punte di freccia con inciso il nome
del re Filippo.