Del monte Olimpo, ritenuto nella mitologia greca sede degli dei. ║ Di
Olimpia, città dell'Elide. ║
Feste o.: le più antiche
tra le quattro grandi feste nazionali dell'antica Grecia (le altre sono le
Istmie, le
Nemee e le
Pitiche). Sembra che la prima
celebrazione storica di esse risalga al 776 a.C., anno da cui inizia la lista
dei vincitori nelle gare, redatta nel V sec. a.C. da Ippia di Elide. Le feste
o. si svolsero sempre (ad eccezione del periodo 668-572 a.C., sotto i
Pisati) sotto la presidenza degli Elei e videro progressivamente ampliarsi il
pubblico partecipe: in origine affluivano solo genti dell'Elide; in seguito si
aggiunsero atleti e spettatori provenienti dal resto del Peloponneso, dalla
Grecia continentale, dalle colonie d'Occidente e d'Oriente. I giochi si
svolgevano all'interno della regione dei santuari, che in età storica era
considerata sacra: in occasione delle feste, messaggeri sacri proclamavano la
fine di ogni ostilità e invitavano tutti i Greci a prendere parte
all'evento. I giochi si celebravano ogni quattro anni, verso la fine
dell'estate. Le gare ginniche costituivano la componente essenziale delle feste
e consistevano inizialmente nelle sole gare di corsa a piedi; poi compresero la
lotta, il pentathlon, il pugilato, la corsa delle quadrighe, la corsa a cavallo,
il pancrazio, l'oplitodromia, ecc. La successione delle attività nei
giorni era fissa: il primo giorno era dedicato ai riti religiosi e all'esame dei
fanciulli e dei puledri (che avevano gare a loro riservate) da un lato, degli
adulti e dei cavalli dall'altro; nel secondo giorno avevano luogo le gare dei
fanciulli; nel terzo quelle degli adulti; il quarto era riservato alle gare dei
cavalli e dei carri, al pentathlon e all'oplitodromia. Nella quinta ed ultima
giornata si assisteva alla solenne proclamazione dei vincitori da parte degli
araldi e all'incoronazione con l'oleastro sacro ad opera degli ellanodici, i
soprintendenti alle gare. Grandi festeggiamenti erano riservati a chi aveva
vinto: illustri poeti della Grecia, come Simonide, Bacchilide o Pindaro,
componevano epinici in loro onore; la città di
O. innalzava statue
per celebrarli e, infine, al ritorno a casa, i concittadini li accoglievano con
onori pubblici, mentre i vincitori avanzavano su carri trainati da cavalli
bianchi. Le
feste o. vennero celebrate fino al 393 d.C., anno in cui
vennero soppresse dall'imperatore Teodosio.