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Olimpia.

Centro religioso dell'antica Grecia, situato nell'Elide (regione nord-occidentale del Peloponneso), alla confluenza dei fiumi Alfeo e Cladeo, a 10 km dal Mare Ionio. O. legò la sua fama al grande santuario di Zeus e ai giochi olimpici che si celebravano in onore del dio. ║ Le gare ginniche panelleniche avvenivano ogni quattro anni (dall'VIII sec. a.C.) e rappresentavano un momento di incontro e di scambio per tutta la Grecia. In questa circostanza gli abitanti della Grecia ponevano fine ad ogni ostilità e muovevano verso la città di O., che diventava un vivace centro religioso, sportivo, artistico, culturale e ospitava grandi personalità, quali il filosofo Platone, lo storico Erodoto, i poeti Simonide, Bacchilide e Pindaro. ● St. - Costituita da boschi, edifici sacri e templi, O. non assunse mai l'aspetto di una vera e propria città. Riuscì a conservare il suo carattere religioso, risalente con ogni probabilità al Medio Elladico, anche durante le numerose migrazioni di popoli diversi che si alternarono sul suo territorio. Secondo la tradizione, in età micenea fu conquistata dagli Achei, a cui alcuni attribuiscono la diffusione del culto di Enomao, l'iniziatore dei giochi (secondo altre tradizioni le gare sarebbero state, invece, introdotte da Ippodamia o da Eracle). Nell'XI sec. a.C. O. venne occupata dai Greci delle regioni nord-occidentali, che introdussero il culto di Zeus Olimpio, da cui prese nome l'intera località; alla fine del millennio sopraggiunsero i Dori dell'Argolide, devoti ad Era e ad Ercole, che portarono un ulteriore rinnovamento dei culti e delle tradizioni. A partire dall'VIII sec. a.C., con il santuario e l'oracolo di Zeus, il tempio di Era e i giochi quadriennali, O. divenne un vero e proprio centro panellenico, dove i Greci si riunivano periodicamente, cessando ogni inimicizia e recuperando la loro coscienza nazionale. Nel 364 a.C. cadde sotto il dominio degli Arcadi, a cui seguì, poco dopo, quello di Alessandro Magno, con il quale O. conobbe un nuovo periodo di splendore. Ammirata da Nerone e da Adriano, cominciò a decadere durante le invasioni barbariche, riducendosi a semplice borgo fortificato; fu dimenticata fino alle prime esplorazioni dei secc. XVII-XVIII. Nel 1829 fu oggetto di studi e di scavi da parte dei Francesi e dal 1875 al 1880 da parte della scuola archeologica tedesca. ● Arte - Spetta alla scuola archeologica tedesca il merito di avere individuato l'A`ltis, il recinto sacro tracciato da Ercole per contenere i più importanti edifici della città. Si tratta di un'area quadrangolare irregolare, cinta di mura, posta tra l'Alfeo, il Cladeo e le pendici del Cronio. Nella zona settentrionale dell'A`ltis è stato rinvenuto l'Heráion, il maestoso tempio dorico dedicato a Era, realizzato nella metà del VII sec. a.C. e probabilmente ricostruito all'inizio del VI sec. a.C. La parte inferiore del tempio era in pietra, la superiore in mattoni crudi e le colonne originarie, poi sostituite da quelle in pietra, erano lignee. Nel tempio di Era sono stati ritrovati l'acroterio fittile policromo e, nella cella, la celebre statua di Ermes con Dioniso, opera attribuita a Prassitele. Vicino all'Heráion sorge il Metróon, o tempio di Cibele, successivamente dedicato ad Augusto; su una terrazza artificiale, alle pendici estreme del Cronio, erano disposti in fila i Tesori, elevati in onore di Zeus da diverse città, tutti rivolti verso Sud; una grande scalinata d'accesso serviva anche come postazione per assistere alle processioni sacre. Lungo i Tesori si ergevano i cosiddetti Zanes, simulacri arcaici di Zeus. Al culto di Era, nell'A`ltis, subentrò ben presto quello di Zeus, cui fu innalzato prima un grande altare, quindi (tra il 470 e il 456 a.C. circa), nella zona meridionale di O., un imponente tempio, realizzato dall'architetto Libone in stile dorico. Nell'interno era conservata la colossale statua crisoelefantina di Zeus in trono, realizzata da Fidia. La decorazione scultorea del tempio, in gran parte conservata, viene attribuita al cosiddetto maestro di O.; le 12 metope, oggi al museo locale, raffiguravano le fatiche di Ercole, mentre le sculture del frontone celebravano la tragica gara tra Enomao e Pelope (da cui ebbero probabilmente inizio i giochi) e la lotta tra i Centauri e i Lapiti. Dinanzi al pronao del tempio di Zeus si innalzava la Nike di Peonio. Al centro dell'A`ltis sono visibili i resti di un recinto pentagonale, il sacrario di Pelope, che fu il nucleo d'origine del santuario di Zeus. Un tempietto rotondo, corinzio, periptero (detto Philippéion) fu innalzato in onore della dinastia macedone dopo la battaglia di Cheronea del 338 a.C. Tra gli altri edifici dell'A`ltis sono il pritaneo, una grande sala a pianta quadrata sede degli amministratori del tempio; il buleuterio, sede del consiglio di amministrazione e direzione dei giochi e del culto; la palestra; il theokoléion, residenza del collegio dei sacerdoti; il Leonidáion, costruito da Leonide di Nasso per ospitare ambasciatori stranieri e ospiti di riguardo. Sorgevano, inoltre, un ginnasio, lo stoá, l'Hellanodíkaion, sede dei giudici dei giochi; il portico di Eco; la casa di Nerone; le terme, lo stadio, l'ippodromo. Gli scavi hanno riportato alla luce molti elementi significativi: i resti di varie necropoli di età micenea; numerosi bronzi arcaici (una mitra, tripodi, corazze, bacini, ecc.). Particolarmente significativo è stato il rinvenimento della bottega di Fidia, un lungo ambiente rettangolare situato nella zona Ovest dell'A`ltis, che ha restituito matrici di statue, frammenti di avorio e il fondo di un vaso con inciso il nome del celebre architetto. Tutto il santuario era decorato di numerose statue votive e onorarie di atleti vincitori e di divinità.