Uomo politico giapponese. Fortemente influenzato in gioventù dalla
cultura occidentale, fece parte del movimento che decretò la fine dello
shogunato dei Tokugawa e formò poi il nerbo della nuova direzione
politica, avviando le riforme conosciute con il nome di "rivoluzione Meiji".
Ministro delle Finanze dal 1873 al 1880, dopo l'assassinio di Okubo Toshimichi,
nel 1878, fu il principale aspirante alla direzione politica del Paese, insieme
con Ito. In un primo momento non si pronunciò sulla questione
costituzionale; tuttavia, nel marzo del 1881, nel tentativo di sfruttare a
proprio vantaggio il malcontento popolare, si dichiarò apertamente a
favore dell'immediato varo di una Costituzione, modellata su quella inglese.
Questa, avrebbe dovuto prevedere l'istituzione di un organismo legislativo di
nomina elettiva e affidare la gestione del Governo del Paese al partito di
maggioranza parlamentare. La proposta di
O. venne respinta e in ottobre i
suoi avversari, Ito e Iwakuna, riuscirono a ottenere la sua destituzione.
O. diede quindi vita al partito progressista del Rikken Kaishinto
(Partito progressista costituzionale), composto prevalentemente da giovani
funzionari statali, oltre che da un gruppo di intellettuali e da alcuni
esponenti della nuova classe industriale. Poco dopo le sue forzate dimissioni,
l'imperatore promulgò un editto in cui prometteva una carta
costituzionale, anche se non di immediata attuazione. La nuova Costituzione, che
concedeva ben poco alle idee progressiste, fu promulgata nel febbraio del 1889
ed entrò in vigore nel 1890. Sebbene la nuova legge elettorale basata sul
censo limitasse l'elettorato a poco più di quattrocentomila persone, su
una popolazione di oltre quaranta milioni, il partito di
O. ottenne una
notevole affermazione ed egli poté dar vita, nel 1895, a un Governo di
coalizione insieme con Matsukata Masayoshi, assumendo il ministero degli Esteri,
già tenuto per alcuni mesi nel 1888. Nel 1898 assunse la direzione del
Governo, ma si dimise dopo pochi mesi. Nuovamente a capo del Governo nel 1914,
conservò la carica sino al 1916; nel 1914 dichiarò guerra alla
Germania, nel gennaio 1915 indirizzò un
ultimatum alla Cina per
assicurare al Giappone nuovi privilegi economici e nel luglio 1916 firmò
un patto di alleanza con la Russia (Saga, Kyushu 1838 - Tokyo 1922).