Uomo politico giapponese. Appartenente a una famiglia di samurai, fu uno dei
membri del movimento che nel 1868 rovesciò lo shogunato dei Tokugava. Fra
i principali artefici della modernizzazione del Giappone, fu ministro delle
Finanze nel 1871, componente della missione Iwakura inviata in Europa e negli
Stati Uniti (1871-73). Affermatosi come il principale esponente del partito per
il progresso interno, perseguì una linea politica pacifista, rendendo
vane le speranze di quei samurai che aspiravano alla conquista di nuove terre.
Nell'ottobre del 1873, riuscì a impedire l'attacco del Giappone contro la
Corea e, successivamente, a far rientrare le truppe inviate contro Formosa. Si
recò quindi in Cina per risolvere personalmente le difficoltà
causate dalla spedizione e, grazie all'intervento del rappresentante britannico
in Cina, riuscì a stipulare un accordo (1874) in base al quale ottenne un
risarcimento per le spese sostenute per l'invio degli armati a Formosa. Ministro
degli Interni dal 1874, condivise col ministro Kido l'opinione che fosse
necessario introdurre una Costituzione scritta, quale mezzo per assicurare la
stabilità e l'unità nazionale. Sino al suo assassinio, avvenuto
nel 1878 ad opera dei rivoltosi seguaci di Saigo Tokomori, contrari alla sua
politica pacifista, rimase la figura dominante del Governo, continuando a
perseguire una politica estera molto cauta (Kagoshima 1832 - Tokyo 1878).