Musicista tedesco, naturalizzato francese. Dopo gli studi di violino,
violoncello (del quale fu eccellente virtuoso) e composizione, condotti al
conservatorio di Parigi sotto la direzione di L. Halévy, iniziò la
sua carriera come direttore d'orchestra al Théâtre Français.
Grazie ai successi raccolti con la rappresentazione dei suoi lavori, ottenne la
gestione del teatro dei Bouffes-Parisiens e poi, dal 1872 al 1876, del Teatro
della Gâité. Compose oltre un centinaio di operette, quasi tutte
scritte da H. Meilhac e L. Halévy:
Orfeo all'inferno (1858),
La
bella Elena (1864),
La granduchessa di Gérolstein (1867),
Barbablù (1867),
La figlia del Tambur maggiore (1879). Fu
considerato fra i migliori esponenti di questo genere, per la sua carica di
humour musicale, la sua capacità inventiva sempre originale e mai
ripetitiva, la caratterizzazione dei tipi e degli ambienti. La sua musica si
richiamò a modelli mozartiani e rossiniani, esprimendo nella sua
leggerezza una capacità satirica verso la Francia del Secondo Impero. Il
lavoro teatrale cui dedicò gli ultimi anni di vita,
I racconti di
Hoffmann, benché incompleto nella strumentazione, fu rappresentato
postumo grazie all'integrazione realizzata da E. Guiraud (Colonia 1819 - Parigi
1880).