Letterato, archeologo e storico romeno. Di famiglia aristocratica, poté
svolgere gli studi superiori a Parigi, orientandosi verso la Storia e la
Filologia classica e completando la propria educazione con dei viaggi, anche a
Roma. Rientrato in patria ebbe la sua prima nomina come docente di Archeologia
all'università di Bucarest, fu quindi membro della Società
Accademica e direttore della Scuola Normale Superiore. La sua attività
spaziò dal campo puramente letterario, a quello archeologico e
filologico. Per quanto riguarda il primo, vanno ricordate le sue traduzioni di
opere classiche della letteratura greca e latina (13
odi di Orazio, 1851;
i
mimi di Eroda, 1894) e la composizione di novelle storiche (
Il
principe Mihnea e il malvagio, 1857;
La principessa Chiajna, 1860)
inserite nelle vicende proprie delle masse popolari durante i conflitti delle
famiglie boiare. Oltre a vari "giornali di viaggio" di particolare
originalità (
Alcune ore a Snagov, 1862), la sua opera di maggior
pregio, sempre improntata a canoni classicisti, è lo pseudo-trattato di
caccia
Pseudocynegeticos (1874), posto ad introduzione di un trattato di
caccia autentico. In esso
O. dipanò tutta la sua erudizione nel
campo delle arti, della musica, della letteratura, realizzando il capolavoro
dell'arte narrativa e descrittiva del secolo. Non meno importante fu il suo
contributo alla nascita dell'archeologia nazionale e religiosa romena, con la
pubblicazione di numerosi e importanti saggi sul folclore e le tradizioni
religiose del suo Paese. Il più rilevante è forse
Le
trésor de Pietrarossa (1889-1900), sulla famosa chioccia d'oro con
pulcini scoperta nel 1837 (Bucarest 1834-1895).