Coreografo e teorico della danza francese. Fautore di un'idea della danza
come imitazione della natura – contro gli eccessi del virtuosismo -, volle
creare uno stile di coreografia che tendeva a restituire al balletto contenuto
drammatico e coerenza di rappresentazione. Chiamato nel 1760 dal granduca del
Württemberg a Stoccarda per dirigervi il corpo di ballo, nel 1767
passò a Vienna dove allestì in sette anni ben 50 balletti, tra i
quali alcuni dei suoi più importanti, come
Adèle de
Ponthieu,
Der gerächte Agamemnon e
Apelles et Campasde.
Dal 1774 al 1776, sempre al servizio degli Asburgo,
N. prestò la
sua opera al Teatro Ducale di Milano; qui mise in scena diversi balletti, tra
cui
Gli amori di Venere e
Gli Orazi e i Curiazi. Dopo Milano,
giunto quasi al termine della carriera, fu per quattro anni
all'Opéra di Parigi. Nel 1778 coreografò
Les petits
riens, su musica di Mozart, balletto in tre episodi rappresentato
all'Académie de Musique. La fama di
N. come riformatore del
balletto è però legata al suo
Lettres sur la danse et sur les
ballets (1760), brillante scritto teorico nel quale egli espone con
chiarezza il suo concetto di
ballet d'action, inteso come azione
drammatica derivante dalla fusione tra danza e pantomima. Quest'opera
assunse il valore di un manifesto artistico ed ebbe diffusione in tutta Europa
(Parigi 1727 - Saint-Germain-en-Laye 1810).