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Novara.

Città del Piemonte e capoluogo della provincia omonima; è situata nella pianura tra il Ticino e il Sesia, a 159 m s/m. 102.408 ab. CAP 28100. ● Econ. - Importante mercato agricolo (riso, cereali, foraggi) e zootecnico della fertile regione irrigua circostante. Industrie tessili, delle maglierie, dolciarie, meccaniche, chimiche, elettrotecniche, grafiche e cartografiche (Istituto Geografico De Agostini). ● St. - Antico centro dei Liguri, abitata dai Celti e dai Galli Vertacomacori, N. ebbe in epoca romana il nome di Novaria. Fu, quindi, municipio romano, assumendo un'importanza crescente durante la Repubblica. Nel IV sec. venne cristianizzata e nel 569 d.C. venne occupata dai Longobardi. Nel XII sec. si proclamò libero Comune. Prima parteggiò per Federico Barbarossa, poi nel 1167 aderì alla Lega Lombarda. Nel 1257 fu teatro di lotte tra Guelfi e Ghibellini, sedate con l'intervento di Enrico VII che occupò la città. N. fu quindi possesso dei Visconti e degli Sforza, fino a che venne occupata da Luigi d'Orléans nel 1495. Nel 1535 passò quindi alla Spagna, nel 1538 ai Farnese e nel 1602 nuovamente alla Spagna fino al 1714, quando con la Lombardia passò all'Austria. Nel 1734 fu conquistata dai Savoia. Prima della seconda guerra mondiale vi si verificarono alcuni moti popolari sedati dagli interventi fascisti. Diede un contributo notevole alla lotta di liberazione. ║ Battaglia di N: battaglia conclusasi con la vittoria dei Francesi su Ludovico il Moro, il 15 aprile 1500. ║ Battaglia combattuta il 6 giugno 1513, allorché gli Svizzeri assalirono i Francesi di La Tremoille e del Trivulzio, costringendoli alla fuga. ║ Durante la fase finale della prima guerra d'Indipendenza, il 23 marzo 1849 si affrontarono alla Bicocca, presso N., l'esercito di Carlo Alberto e le truppe austriache di Radetzsky. La battaglia si concluse con la sconfitta italiana, l'abdicazione di Carlo Alberto in favore del figlio Vittorio Emanuele e l'armistizio di Vignale. ● Arte - Dell'epoca romana la città conserva ancora la struttura urbana con il crocicchio, antico punto di incontro del decumanus e del cardus (Angolo delle Ore). Rimangono, inoltre, avanzi delle mura, alcune iscrizioni e resti di edifici. Dal Medioevo all'età barocca lo sviluppo artistico della città rimase legato a quello lombardo. Al IV sec. risale la fondazione della basilica e del battistero ottagonale, dove si conserva un ciclo di affreschi tra i più importanti della pianura padana raffigurante i Sette squilli dell'Apocalisse. Sotto il vescovo Litifredo vennero riedificati il duomo e l'oratorio di S. Siro con un ciclo di affreschi romanici. Romanica è anche la chiesa di Ognissanti. Nel 1205 venne innalzato il palazzo dell'Arengo. Del 1350 è il castello sforzesco, mentre al 1441-71 risale il convento di San Nazzaro della Costa con affreschi di G.A. Merli. Successivamente, continuarono i lavori al Broletto e nel 1475 venne edificata la chiesa di S. Maria delle Grazie, che conserva importanti documenti pittorici. Nel 1477 Tebaldi iniziò S. Gaudenzio, nel quale sono conservati un polittico di G. Ferrari del 1516, una Deposizione di Moncalvo e altri affreschi di Morazzone, di T. da Varallo e di G.M. della Rovere. Alla fine del XV sec. risalgono inoltre il palazzo Caccia e il palazzetto Medici. Nel corso del Cinquecento fu importante l'attività del vescovo Bescabè, amico di Federico Borromeo, che legò ancora di più l'arte novarese a quella milanese. Su sua iniziativa vennero costruite le chiese barocche di S. Pietro al Rosario (1588-1618) e S. Marco (1607-17). Sempre all'inizio del Seicento si innalzarono l'Ospedale maggiore e la chiesa di S. Giovanni decollato. A fine Seicento, invece, risalgono S. Eufemia e palazzo Bellini. Con il passaggio al Piemonte si verificò un mutamento artistico e all'influenza milanese si sostituì quella torinese, evidente nell'opera dell'Alfieri che realizzò il campanile di S. Gaudenzio. Nel corso dell'Ottocento si innalzarono fabbriche di gusto neoclassico, come il palazzo del Mercato di L. Orelli, il teatro Coccia, i palazzi di Corso Rosselli. A. Antonelli edificò in tre riprese la cupola di S. Gaudenzio, richiamandosi alla Mole Antonelliana, e progettò il nuovo duomo e Casa Bassi. Nel corso dell'Ottocento, inoltre, la città si espanse notevolmente. Vennero abbattuti i bastioni spagnoli e aperti i cosiddetti baluardi alberati. La costruzione della ferrovia bloccò l'espansione della città verso Ovest, Nord e Est, costringendola verso Sud. ║ Provincia di N. (1.339 kmq; 340.544 ab.): si allunga nel settore nord-orientale del Piemonte tra il Vergante e la pianura della Lomellina, attraverso una regione di colline che delimita i bacini del lago Maggiore e del lago d'Orta. Procedendo verso Sud, si incontrano una zona morenica e l'alta e la bassa pianura, separate dalla linea delle risorgive. I principali corsi d'acqua sono il Sesia e il Ticino. Il clima, nella zona della pianura, è caratterizzato da forti escursioni termiche, con frequenti nebbie nei mesi invernali; nella zona dei laghi, invece, si ha un clima submediterraneo. L'economia della pianura è prevalentemente agricola, con intenso allevamento del bestiame bovino. Notevoli sono, tuttavia, le industrie, attive soprattutto nei rami petrolifero (raffinerie), tessile, caseario, meccanico, enologico, chimico, cartario, alimentare e grafico. Vari centri turistici, specialmente nella zona dei laghi. Numerosi impianti idroelettrici.