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Nodier, Charles-Emmanuel.

Scrittore francese. Figlio del presidente del Tribunale criminale di Besançon, fu educato in ambienti vicini alla rivoluzione; inizialmente di fede repubblicana, passò, in seguito, nelle file dei monarchici e dei reazionari. Nel 1808 pubblicò il Dizionario ragionato delle onomatopee, che gli procurò il posto di segretario del cavaliere Croft; nel 1812 venne nominato bibliotecario a Lubiana. Dopo la Restaurazione fu redattore del "Journal des Débats". Bibliotecario della Biblioteca dell'Arsenal dal 1824, N. fondò il primo cenacolo romantico, al quale presero parte gli esponenti più illustri del movimento: Victor Hugo, Sainte-Beuve, Musset, Vigny, Lamartine. Alla ricerca di uno stile personale, N. sperimentò diversi generi, dai giovanili I proscritti (1802) e Il pittore di Salisburgo (1803), ricchi di suggestioni wertheriane, a L'ultimo capitolo del mio romanzo, influenzato dai romanzi libertini del Settecento. Alcuni romanzi appaiono pervasi da un romanticismo inquieto, non esente dall'influenza del romanzo nero primo-ottocento, al quale N. aggiunse le sue vaste conoscenze nel campo del satanismo e del vampirismo: Thérèse Aubert (1819), Adèle (1820), Laure Ruthwen (1820), Le Vampire (1820), Smarra o i demoni della notte (1821), Trilby (1822). Spirito vivace ed eclettico, N. si interessò anche di bibliologia, filologia, linguistica e storia. A partire dagli anni Trenta si dedicò alla stesura di racconti (Fantasticherie, 1832), ambientati in un mondo fantastico di sogno, che diedero un contributo notevole alla narrativa fantastica e fiabesca (Besançon 1780 - Parigi 1844).