Chim. - Liquido giallo, esplosivo, formato dall'etere trinitrico della
glicerina, derivante dalla condensazione di tre molecole di glicerina con tre
molecole di acido nitrico. Inodore, del peso specifico 1,6, si infiamma
difficilmente e scaldata con precauzione può volatilizzarsi senza
decomporsi. È altamente esplosiva sia per riscaldamento (a 230 °C),
sia per urto violento o per detonazione come, ad esempio, quella del fulminato
di mercurio. È per questo impiegata nella realizzazione di esplosivi in
combinazione con altre sostanze; con aggiunta di farina fossile si prepara la
dinamite, con quella di cotone collodio la dinamite plastica e le gelatine
esplosive. In miscela con la nitrocellulosa forma la balistite. È usata
anche in medicina in quanto attenua lo spasmo delle arterie ed è
impiegata nella cura dell'angina pectoris. Scoperta nel 1847 dal chimico
italiano A. Sobrero, fu in seguito applicata da A. Nobel per la fabbricazione di
sostanze esplosive. Industrialmente la
n. si ottiene trattando la
glicerina con un miscuglio di acido nitrico e solforico concentrati. Si possono
seguire due metodi: o il sistema Schmid-Meissber o quello Biazzi. Nel primo, la
glicerina è introdotta dall'alto del nitratore e mescolata da un'elica al
composto nitrante introdotto dal basso. Nel secondo caso, i due composti sono
introdotti dall'alto, quindi aspirati dal basso e, infine, fatti risalire
attraverso serpentine.