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Nieuwenhuis, Ferdinand Domela.

Ideologo e uomo politico olandese. Figlio di un pastore luterano e pastore egli stesso, si segnalò presto come predicatore di valore, denunciando le condizioni di miseria e di disagio della classe operaia. Nel 1879 lasciò la Chiesa, deciso a dedicare il resto della propria vita alla causa socialista. Dalle iniziali posizioni riformiste, caratterizzate da una profonda fede nella fraternità umana, si orientò verso il Socialismo marxista, subendo però fortemente anche l'influenza anarchica. Fondò il settimanale "Recht voor Allen", impegnandosi in una lunga crociata in favore di un socialismo intensamente etico, umanitario e internazionalista. Tra i fondatori, nel 1881, della Lega socialdemocratica, nel 1887 venne eletto al Parlamento e fu il primo deputato socialista olandese. Presto si rese conto di quanto scarse fossero le possibilità di azione in favore dei lavoratori in un Parlamento dominato dagli interessi capitalistici e reazionari, convincendosi della necessità di costituire un'organizzazione di tipo sindacale. Sotto la sua influenza, la Lega socialista ripudiò nel 1893 l'azione parlamentare avvicinandosi alle posizioni dell'anarco-sindacalismo. Nella Seconda Internazionale fu in prima linea nella lotta antimilitarista e sostenne la teoria dello sciopero generale contro la guerra. Escluso come anarchico dall'Internazionale, continuò a battersi contro il militarismo anche dopo il 1914 e a godere di un grande prestigio personale. Scrisse e pubblicò molto, sia in olandese sia in tedesco. Le basi etiche della sua fede socialista sono documentate nell'opera Il mio addio alla Chiesa. Pubblicò anche una Vita di Gesù e altre opere teologiche eterodosse. La sua produzione maggiore ha comunque per tema il socialismo e l'antimilitarismo: la sua opera di più grande impegno è La socialdemocrazia del futuro (Amsterdam 1846-1919).