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Neumann, Johann Ludwig von.

Matematico americano di origine ungherese. Compì gli studi a Budapest e a Zurigo; successivamente si trasferì negli Stati Uniti, dove divenne professore di Matematica e Fisica presso l'università di Princeton, nel 1931, e professore di Matematica all'Institute for Advanced Study, nel 1933. Collaborò con il gruppo di scienziati che elaborarono il progetto della prima bomba atomica nei laboratori di Los Alamos. Si occupò in un primo tempo della teoria dei quanti e di problemi relativi alla meccanica statistica; queste ricerche lo portarono ad occuparsi dello studio delle proprietà relative agli operatori negli spazi hilbertiani (Fondamenti della meccanica quantistica, 1931; Teoria degli operatori funzionali, 1950). Fu autore di una originale teoria assiomatica degli insiemi, che si basa sulla distinzione degli insiemi dalle classi, cioè dagli insiemi cosiddetti non comprimibili (tali da non poter essere considerati elementi di altri insiemi), e contribuì alla questione dei fondamenti, dando la definizione di numeri ordinali e cardinali e la dimostrazione della non contraddittorietà della teoria ristretta dei numeri. Come economista, è noto per l'importante volume, scritto in collaborazione con O. Morgestern, Teoria dei giochi e comportamento economico (1943), opera dalla quale prendono avvio le ricerche della strategia dei giochi, della razionalità del comportamento economico, dell'informazione, ecc. La teoria dei giochi di N. si basa sul presupposto che il comportamento di ogni individuo non sia predeterminato, ma sia dipendente dalla strategia che ciascun individuo può scegliere a suo piacimento, come se fosse un giocatore, tra un certo numero di combinazioni possibili; pertanto, gli effetti risultanti sono determinabili in modo aleatorio sia in relazione ai fattori esterni, sia in conseguenza delle decisioni assunte dai singoli individui. In seguito, N. si dedicò allo studio dei problemi di turbolenza idrodinamica e, affrontando i problemi connessi alla risoluzione delle equazioni non lineari, che traducono analiticamente tali fenomeni, intuì la possibilità di un nuovo sviluppo della teoria delle calcolatrici elettroniche; la sua rielaborazione della teoria delle macchine automatiche, tuttavia, rimase incompiuta. In questo campo scrisse alcune opere importanti, quali: Il calcolatore e il cervello (1958), Logica probabilistica (1956) e Teoria degli automi autoriproducentesi (1966) (Budapest 1903 - Washington 1957).