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Nestorianesimo.

Rel. - Dottrina teologica predicata da Nestorio (V sec. d.C.) ed esposta nel Libro di Eraclide, scritto da lui stesso. Il momento centrale della dottrina riguarda la teoria sulle nature del Cristo: mentre l'unione della natura umana e divina è considerata dall'ortodossia ipostatica, ontologica ed essenziale, per i nestoriani è solo una congiunzione, personale e volontaria, di cui il Verbo divino si è compiaciuto; da ciò deriva l'accusa fatta al N. di sostenere la dottrina delle due persone. Inoltre, il N. non considera Maria come Madre di Dio, ma solo come madre del Cristo-uomo. Il N. nega che il peccato originale sia insito nella natura umana. ║ Per estens. - Vennero chiamati nestoriani tutti i seguaci della teoria delle due persone. ● Encicl. - Il N., condannato nel Primo Concilio di Efeso (431), come pure nel Secondo (449), e in quelli di Calcedonia (451) e di Costantinopoli (553), si diffuse invece in Oriente: la Chiesa persiana divenne nestoriana (lo è tuttora) e in Persia fiorirono importanti centri di monaci, che diffusero cultura e civiltà fin nelle più remote regioni dell'Asia. In seguito i nestoriani si ridussero, a poco a poco, di numero fino a diventare, in tutto il Medio e Vicino Oriente, una minoranza. Ma grande fu la loro importanza culturale, specialmente per le loro traduzioni in arabo e siriaco dal greco.