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Neoplatonismo.

Movimento filosofico che si richiamava alle concezioni espresse nel Platonismo, integrate però con i risultati provenienti anche da altri sistemi filosofici e con le molteplici esperienze religiose che furono elaborate nella cultura ellenistica, riprendendo e sviluppando soprattutto quei motivi che erano già apparsi nel Platonismo medio e nel Neopitagorismo. ● Encicl. - Sorto ad Alessandria nella metà del II sec. d.C. e considerato concluso con la chiusura della scuola filosofica ateniese avvenuta nel 529, il N. viene generalmente distinto in tre correnti, orientate rispettivamente l'una verso la speculazione metafisica, l'altra verso la religione e la teurgia e la terza verso l'erudizione. ║ Al primo orientamento appartiene la più antica e importante scuola neoplatonica, fondata ad Alessandria secondo la tradizione da Ammonio Sacca e proseguita dai suoi scolari Erennio, Longino, Origene e soprattutto Plotino, massimo rappresentante del movimento e principale elaboratore delle dottrine del sistema neoplatonico, dal quale discese poi la Scuola di Siria, con a capo Giamblico. In Plotino si ritrova l'elaborazione più completa e originale di questo movimento filosofico, incentrata sulla concezione della realtà come esplicazione dell'Uno, unione di nous e anima e raggiungibile dall'uomo mediante un contatto mistico, un'ascesa di carattere puramente intellettuale. Sempre in seno a questa prima corrente si colloca, tanto per l'orientamento filosofico, quanto per la tendenza critico-esegetica, anche la Scuola di Atene, che nel V sec. trovò in Proclo il proprio maggior sistematico; tra i suoi principali rappresentanti vi furono anche Plutarco di Atene, Isidoro, Simplicio e Prisciano. ║ Alla seconda grande corrente del N. appartenne invece la Scuola di Pergamo, che si riconnetteva alla Scuola di Siria attraverso la figura del suo fondatore, Edesio, scolaro di Giamblico. L'interesse per la sfera religiosa diventava qui prevalente e la preoccupazione di giustificare le credenze religiose tradizionali si tradusse spesso in una decisa difesa dell'antico politeismo. Rappresentante tipico di questa scuola fu l'imperatore Giuliano detto l'Apostata (IV sec.), l'ultimo grande difensore della religione antica contro il vittorioso avvento del cristianesimo. ║ Alla terza e ultima grande corrente del N. appartiene anzitutto la Scuola di Alessandria, fiorita in quest'ultima città fra la prima metà del V sec. e la prima del VII sec., nella quale la tendenza erudita divenne predominante e assunse grande importanza l'opera scientifica di Aristotele; tra i suoi principali rappresentanti si trovano Ipazia, Sinesio di Cirene e Ierocle di Alessandria. Alla corrente rappresentata dalla scuola alessandrina si ricollegarono idealmente, infine, anche i neoplatonici dell'Occidente latino (III sec. - VI sec.), i quali parteciparono dei caratteri essenziali del N. alessandrino anteponendo però l'attività erudita ed esegetica a quella speculativa e conciliando tale atteggiamento filosofico con la loro prevalente fede cristiana; tra costoro spiccano Macrobio, Marziano Capella e soprattutto Boezio. La portata del N. va in realtà ben oltre il termine della storia del pensiero antico e la sua influenza fu notevole soprattutto sullo sviluppo del pensiero cristiano che ne accettò, pur trasportandoli su di un diverso piano, molti motivi caratteristici.