Ammiraglio inglese. Entrato nella Marina militare a soli 12 anni, nel 1773 prese
parte ad alcune spedizioni nelle Indie occidentali e nell'Artico, combattendo
con la flotta inglese durante la guerra d'indipendenza americana. Nominato
luogotenente di vascello nel 1777 e capitano di fregata nel 1779, nel 1781
comandò la fregata Albemarle e in seguito la Boreas. Durante la guerra
della prima coalizione contro la Francia rivoluzionaria (1793-95), venne inviato
nel Mediterraneo e partecipò nel 1793 all'assedio di Tolone, quindi a
quelli di Bastia e di Calvi (1794), dove perse l'occhio destro, e a quello di
Genova (1795). L'incapacità delle potenze alleate di mantenere obiettivi
comuni nella conduzione della guerra determinò l'uscita di Prussia e
Spagna dalla coalizione, di cui rimasero a far parte solo Inghilterra e Austria;
Napoleone poté quindi invadere l'Italia e instaurare la supremazia
francese sul Mediterraneo sventando l'azione della flotta inglese, comandata
dall'ammiraglio Jervis e dal commodoro
N. Il primo ministro britannico
Pitt richiamò quindi la flotta in patria, ma prima di ritirarsi dal
Mediterraneo, gli Inglesi attaccarono con successo gli Spagnoli a Capo San
Vincenzo e a Santa Cruz de Tenerife (1797). A Capo S. Vincenzo
N.
catturò due vascelli spagnoli utilizzando la tecnica della lotta
ravvicinata; a Santa Cruz riportò la ferita che gli costò
l'amputazione del braccio destro. Il Mediterraneo restava però un nodo
strategico per la difesa delle rotte commerciali inglesi minacciate dalle mire
espansionistiche di Napoleone; lo stesso Pitt decise di farvi ritornare la
flotta mettendovi a capo
N., il quale era stato nominato contrammiraglio.
Quando Napoleone, contando sulla superiorità francese nel Mediterraneo,
intraprese la spedizione d'Egitto,
N. ebbe l'ordine di controllare la
flotta francese, salpata da Tolone il 17 maggio 1798. La tecnica del blocco
aperto, ossia del controllo a distanza dei porti, non si dimostrò
vincente e la flotta francese poté allontanarsi e raggiungere la
destinazione.
N. inseguì Napoleone, attaccò e distrusse la
flotta ad Abukir, bloccando i Francesi in Egitto e impedendo la progettata
spedizione di Bonaparte contro la Turchia. La vittoria di Abukir diede grande
popolarità a
N. e distrusse la fama di imbattibilità di
Napoleone ridando alle potenze europee la forza di unirsi nella seconda
coalizione (1799-1800). Dopo la vittoria sul Nilo, gli Inglesi dovevano
consolidare la loro posizione nel Mediterraneo e a tal fine
N. ebbe
l'incarico di far partecipare il Regno di Napoli nella lotta antifrancese.
Accolto a Napoli con onori trionfali, organizzò le operazioni contro la
Repubblica Romana che, secondo i suoi piani, avrebbe dovuto essere attaccata
dalle truppe napoletane mentre la flotta inglese avrebbe tenuto sotto controllo
quella francese a Livorno. Ma le truppe napoleoniche, dopo l'effimera avanzata
napoletana oltre Roma, giunsero a loro volta fino a Napoli, dove appoggiarono
gli insorti proclamando la Repubblica partenopea (gennaio 1799), dopo aver
costretto il re Ferdinando IV e la regina alla fuga a Palermo. Colpita dalla
sollevazione sanfedista del cardinale Ruffo e dalla generale ripresa offensiva
degli alleati in tutta la penisola, la Repubblica cadde nel giugno dello stesso
anno. Allora, servendosi dell'ascendente che aveva conseguito sulla corte
borbonica,
N. persuase il re, rientrato nella capitale, a non rispettare
i patti della capitolazione firmata dai patrioti prima di arrendersi e secondo
cui avrebbero dovuto avere salva la vita. Si assunse inoltre la
responsabilità di far impiccare l'ammiraglio napoletano Caracciolo che
aveva chiesto ospitalità sulla sua nave. Questi fatti lo resero
impopolare anche in patria e ne determinarono il richiamo. Intanto, nel 1801
Addington era subentrato a Pitt e la situazione dell'Inghilterra si presentava
di nuovo precaria, perché l'Austria si era ritirata dalla lotta firmando
la pace di Lunéville e gli Stati dell'Europa nord-orientale (Russia,
Prussia, Danimarca, Svezia) si erano uniti nella Lega dei Neutri per ostacolare,
anche con le armi, il diritto esercitato dall'Inghilterra di ispezionare le navi
neutrali per ricercarvi il contrabbando di guerra. Nominato vice-ammiraglio,
N. mandò ad effetto un'impresa temeraria, che ebbe conseguenze
decisive: attaccò il porto di Copenaghen e distrusse la flotta danese (2
aprile 1801), determinando lo scioglimento della Lega dei Neutri, cui
contribuì anche la morte dello zar Paolo (24 marzo). Dopo il fallimento
della pace di Amiens (1803), all'inizio della guerra della terza coalizione
N. aveva il comando supremo della flotta britannica con il grado di
ammiraglio. Ripresa l'azione di presidio del Mediterraneo, cercò dapprima
di sventare il pericolo di una invasione della Gran Bretagna da parte di
Napoleone, che aveva ammassato le sue truppe a Boulogne, e pose quindi l'assedio
alla flotta francese ancorata a Tolone; nel gennaio 1805 l'ammiraglio Villeneuve
riuscì a uscire da Tolone e a raggiungere le Antille, dove
N. lo
inseguì invano. Improvvisamente, però, Villeneuve ritornò,
forse in seguito alla notizia della nuova lega contro la Francia (la quinta
coalizione, costituita a Pietrogrado l'8 aprile 1805).
N. lo seguì
di nuovo, ma non riuscì a mantenere il contatto con il nemico, che
riparò nei porti della Spagna settentrionale. Quando nell'ottobre la
flotta francese riprese il mare, Villeneuve venne bloccato dall'ammiraglio C.
Collingewood presso Cadice, al largo di capo Trafalgar.
N. raggiunse
Collingwood e a Trafalgar decise di attaccare. Il 21 ottobre avvenne lo scontro
in cui venne distrutta la flotta francese, sancendo la definitiva
superiorità inglese sul mare. In questa decisiva battaglia,
N.
trovò la morte (Burnham Thorpe, Norfolk 1758 - Trafalgar 1805).