(dal latino
natalis, der. di
natus: nato). Come
aggettivo, del luogo o del tempo in cui si è nati; nativo. ║ Come
sostantivo, il giorno in cui si è nati e l'anniversario di tale giorno.
║ In frasi di uso letterario, sinonimo di nascita. ║ Per estens. -
Anniversario della fondazione di una città, di un monumento, ecc. ●
Encicl. - Per la cristianità, il
N. è il giorno della
nascita di Gesù Cristo, e la festa religiosa con cui essa si celebra (25
dicembre). Anche se è stata acquisita come fatto storico, la nascita di
Gesù Cristo rimane incerta riguardo alla data, e l'origine della festa
del
N. è stata molto discussa. Né i Vangeli né i
Padri della Chiesa dei primi tre secoli, infatti, fanno riferimento alla festa
del
N. e non esiste una tradizione autorevole circa l'anno e il giorno
della nascita di Gesù Cristo. I cristiani d'Egitto, per molto tempo,
considerarono il 6 gennaio come data della natività; l'usanza di
celebrare la nascita di Gesù in quel giorno si andò diffondendo in
tutto l'Oriente e risultò come data acquisita all'inizio del IV sec.
Più o meno nella stessa epoca la Chiesa d'Occidente, che non aveva mai
riconosciuto il 6 gennaio come giorno della natività, assunse come data
celebrativa il 25 dicembre. Si ritiene che questa data sia stata stabilita da
Roma, dove, come attesta la
Depositio Martyrum, verso la metà del
IV sec., la festa del
N. si celebrava il 25 dicembre. La data fu adottata
anche dalla Chiesa d'Oriente e la sua diffusione venne a coincidere con il
periodo delle lotte contro l'Arianesimo. I Padri decisero di spostare la
celebrazione dal 6 gennaio al 25 dicembre (e stabilirono il 6 gennaio come festa
dell'Epifania), in quanto era un uso pagano molto diffuso quello di celebrare lo
stesso 25 dicembre la festa del Sole, il "
N. del sole invitto" (
Dies
natalis invicti solis). Nel calendario giuliano il 25 dicembre, riconosciuto
come il solstizio d'inverno, era celebrato come il giorno della nascita del
Sole, poiché a partire da questa data i giorni cominciano ad allungarsi e
l'energia del sole aumenta: i dottori della Chiesa vollero legare a questo
giorno la festa in cui celebrare la nascita del vero Sole, Gesù Cristo,
definito nella Bibbia "Sole di giustizia" (
Malachia, 4, 2).
Particolarmente solenne era la celebrazione del rito della Natività in
Siria e in Egitto: i celebranti si ritiravano in appositi santuari, da dove
uscivano a mezzanotte, annunciando che la Vergine aveva partorito il Sole,
raffigurato dagli Egizi come un bambino. L'origine pagana della festa di
N. è implicitamente riconosciuta anche da Sant'Agostino, quando
esorta i fratelli cristiani a non celebrare in quel solenne giorno, come
facevano i pagani, il Sole, bensì colui che ha creato il Sole. Istituita,
dunque, a partire dal IV sec., la festa del
N. si caratterizzò
liturgicamente con la celebrazione di tre messe:
ad noctem,
in
aurora,
in die. L'uso romano delle tre celebrazioni, riservate al
papa, divenne consueto nella Chiesa solo dopo il X sec. (precedentemente, le tre
messe erano celebrate da tre diversi sacerdoti). Più tardiva è la
prassi odierna di far celebrare dallo stesso sacerdote tre volte la messa. Il
ciclo natalizio comprende un periodo di dodici giorni, in cui si celebrano,
oltre alla Natività, la Circoncisione (1 gennaio) e il Battesimo (6
gennaio). Un arco di tempo più ampio copre il ciclo natalizio in cui
rientrano l'Annunciazione (25 marzo), l'Avvento (il periodo di quattro settimane
di preparazione al
N.), la Purificazione di Maria Vergine (2 febbraio).
Tra le celebrazioni popolari e domestiche legate alla ricorrenza del
N.
vanno ricordati il ceppo, i fuochi e il falò (ricordo di quelli accesi
nella festa del solstizio d'inverno), il presepio (la cui ideazione è
attribuita a San Francesco, 1223), l'albero di
N. (con valore
propiziatorio, secondo riti legati al mondo agrario), che è generalmente
un abete, ornato e illuminato, i canti. Ai primi secoli delle letterature
volgari risalgono i canti popolari sul
N. (
Weinachtslieder
germanici,
noëls francesi,
carols anglo-normanni); in Italia,
il tema del
N. ispirò numerose laudi e sacre rappresentazioni, a
partire dal 1400. L'uso di scambiarsi dei doni a
N. ha diversi
significati: i regali sono considerati segni propiziatori per tutto l'anno e,
inoltre, tendono a rinsaldare i legami sociali.
Babbo N. (collegato a
personaggi quali la
Befana e
Santa Claus, nome che sta per
Sanctus Nicolaus, S. Nicola di Bari), il vecchio dalla barba bianca che
porta i doni ai bambini, è la personificazione di tale rito.