Poeta mistico e didascalico persiano. Studiò le scienze, i vari
sistemi religiosi e numerose lingue. Dopo un breve periodo trascorso alla corte
dei sovrani Selgiuchidi dell'Azerbaigian, iniziò la sua movimentata vita
di viaggiatore e di propagandista della dottrina ismailita. Descrisse un suo
lungo viaggio alla Mecca (dal 1045 al 1052) in una famosa relazione in prosa
(
Safar-Nāmeh, ossia
Libro dei viaggi), che, composta in una
lingua sciolta e con un tono quasi colloquiale, rappresenta uno dei più
importanti esempi dell'antica prosa neo-persiana. In generale, la sua opera
contiene soprattutto precetti di morale pratica:
Canzoniere,
Il libro
della chiarificazione (poema mistico-allegorico in cui si esalta la dottrina
ismailita),
Il viatico del pellegrino,
Il libro della
felicità (Qubadiyan 1003 - Yamgan 1088).