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Nabis.

(dall'ebraico e arabo nabi: profeta). Nome impiegato dall'ebraista e poeta A. Cazalis per designare un gruppo di giovani artisti, definiti "profeti" in quanto depositari della rivelazione di un'arte nuova, costituitosi a Parigi verso la fine del XIX sec., che si richiamava alle modalità espressive della pittura di P. Gauguin. L'origine del movimento si fa risalire all'incontro di P. Sérusier con Gauguin e la scuola di Pont-Aven nel settembre del 1888; risultato di questi contatti fu un dipinto, detto poi Il talismano, per l'influsso che avrebbe esercitato sui N., raffigurante un paesaggio rappresentato attraverso grandi chiazze di colore giustapposte. Le nuove prospettive di espressività formale riunirono esponenti dell'Académie Julian e dell'Ecole des Beaux-Arts: P. Sérusier, P. Bonnard, E. Vuillard, M. Denis, P. Ranson, F. Vallotton, e gli scultori G. Lacombe e A. Maillol. Il superamento del realismo, già operato da Gauguin mediante l'adozione di forme semplificate, spesso bidimensionali, e colori sontuosi, diventò la tematica centrale del gruppo; in contrapposizione al persistente naturalismo dell'arte ufficiale, venne proposta una pittura dai caratteri allusivi, di soggetto prevalentemente ermetico ed esoterico. Influenzati dall'arte dell'Estremo Oriente, i N. ripresero il genere del pannello decorativo e dell'arabesco. Nel 1889 M. Denis pubblicò il manifesto del gruppo: "Un quadro prima di essere un cavallo di battaglia, una donna nuda, o un qualunque aneddoto, è essenzialmente una superficie piana ricoperta di colori riuniti secondo un certo ordine". Annullando la distinzione fra arte rappresentativa e decorativa, e rompendo con il soggetto classico, i N. si orientarono verso la "pittura pura", il cui valore prescinde dal soggetto rappresentato. Di qui la predilezione per la semplicità dei temi rappresentati (soprattutto scene di vita quotidiana) e della composizione, ottenuta mediante la stesura a piatto del colore in campiture di tonalità pure. Il marcato simbolismo delle immagini, rappresentate in maniera "sintetica", è alla base del termine sintetismo, impiegato per definire questo genere di pittura. Luoghi di riunione del gruppo furono il Théâtre de l'Oeuvre, di cui divennero scenografi, la redazione della "Revue Blanche", rivista d'avanguardia, a cui contribuirono con disegni, litografie, cartelloni pubblicitari. Mostre dei N., che ufficialmente si definivano "impressionisti e simbolisti", si tennero fra il 1891 e il 1897. Dopo tale periodo la compagnia perse coesione, anche per l'affermarsi con originalità e indipendenza delle personalità più forti, come Bonnard, Denis, Vallotton, Maillol.