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Muret, Marc-Antoine.

(latinizzato in Muretus). Umanista francese. Avvicinatosi attraverso la letteratura a quella corrente di pensiero neoplatonico che presentava venature di animismo collegate a pratiche occulte, dopo aver insegnato in varie città della Francia, tra cui Bordeaux (dove ebbe come allievo Montaigne), acquistò vasta popolarità a Parigi. Accusato di eresia e di depravazione, subì varie persecuzioni e il carcere. Nel 1554 lasciò la Francia per l'Italia su invito del cardinale Ippolito d'Este. Soggiornò a Venezia, Padova e, infine, a Roma. Data l'ostilità delle autorità ecclesiastiche, non poté tenere le sue lezioni su Platone nel 1565, ma riuscì ad ottenere la protezione di papa Gregorio XIII e nel 1576 fu ordinato sacerdote. Fu editore e apprezzato commentatore di testi classici. Si ricordano una serie di Variae lectiones (ossia, varianti dei testi antichi) in 8 libri (1559), saliti a 20 nell'edizione postuma del 1600, le poesie Iuvenilia (1553) e Orationes (1571), in cui il latino è utilizzato per servire le esigenze dell'uso moderno. Commentò Les Amours di P. de Ronsard e scrisse anche una tragedia dedicata a Giulio Cesare, dando inizio al genere teatrale di argomento romano di cui Corneille sarebbe stato il massimo esponente. Si dedicò inoltre allo studio del ciceronismo, riprendendo questioni già esaminate da Erasmo e da Bembo (Muret, Limoges 1526 - Roma 1585).