Stato (799.380 kmq; 17.878.000 ab.) dell'Africa sud-orientale. Confina a Nord
con la Tanzania, a Nord-Ovest con il Malawi e lo Zambia, a Ovest con lo
Zimbabwe, a Sud con la Repubblica Sudafricana e lo Swaziland e a Est si affaccia
sull'Oceano Indiano. Capitale: Maputo. Città principali: Kilimane, Beira
e Nampula. Ordinamento: Repubblica presidenziale pluralista. Moneta:
metical. Lingua ufficiale: portoghese; sono parlati anche lo swahili e
lingue bantu. Religione: animismo; esistono minoranze di cattolici. Popolazione:
è composta in maggioranza da negri Bantu.
GEOGRAFIAMorfologia:
la regione settentrionale è caratterizzata da tavolati, che raggiungono
un'altezza media di 600 m e sono segnati da spaccature fluviali. Essi risultano
una sorta di continuazione della struttura dell'Africa orientale (anche il Lago
Niassa è da considerarsi una continuazione della fossa tettonica
est-africana). Da Est i tavolati degradano lasciando il posto a una vasta
pianura alluvionale che si allarga in direzione Sud, comprendendo tutta la
regione meridionale, tranne qualche massiccio isolato. Le coste sono piuttosto
uniformi: generalmente alte a Nord, prevalentemente sabbiose a Sud. ║
Idrografia: la rete idrografica è molto ricca ed è formata
da corsi d'acqua a regime variabile, con piene estive e secche invernali. Il
bacino più importante è quello dello Zambesi, fiume che scorre
nella parte centrale del
M. (province di Tete, Sofala, Zambézia)
insieme ai suoi affluenti principali, lo Shire e il Luangwa. Fra gli altri fiumi
ricordiamo: il Ruvuma, che scorre al confine con la Tanzania, il Lurio, il Save,
il Lipompo. Al confine con lo Stato del Malawi si incontra il lago omonimo.
║
Clima: registra temperature alte durante tutto l'anno; bassa
è l'escursione termica. Le piogge sono copiose da novembre ad aprile. La
foresta tropicale è estesa a Nord e nelle regioni lungo i corsi dei
fiumi; sugli altipiani si estendono la savana e la steppa.
Cartina del Mozambico
ECONOMIA
Pur possedendo ampie risorse, il
M. non è molto sviluppato dal punto
di vista economico a causa della pesante eredità lasciata dal periodo
coloniale. Gravi difficoltà sono sorte in seguito alla conquista
dell'indipendenza, accompagnata da una riorganizzazione dell'assetto
socio-economico, con conseguente calo della produzione. I problemi maggiori sono
causati da una grave carenza di capitali, dalla mancanza di una classe
imprenditoriale, dalle tensioni con i Paesi confinanti. Sono stati attivati
interventi governativi tesi ad incrementare il settore agricolo, a scapito
però della produzione industriale. Le principali colture commerciali sono
cotone, canna da zucchero, arachidi. Per l'alimentazione locale vengono
coltivati manioca, mais, sorgo e riso. La maggior parte delle piccole industrie
esistenti sono attive nei settori alimentare (zuccherifici, stabilimenti per la
lavorazione delle noci di acagiù) e tessile (cotonifici). L'allevamento
del bestiame (in particolare bovini e caprini) è discretamente
sviluppato. Il sottosuolo è ricco di giacimenti di bauxite, carbone,
ferro, rame, nichel, stagno, cromo, manganese e pietre preziose, che sono
però ancora poco
sfruttati.
STORIAAbitato
nelle regioni interne da popolazioni Bantu, il territorio del
M. ebbe,
lungo la costa, un diverso sviluppo per la presenza di popolazioni di origine
asiatica, stabilitesi a partire dai primi secoli dell'era cristiana. Le notizie
più antiche risalgono al X sec.; infatti, in un documento del 922 del
viaggiatore arabo al-Masudi di Baghdad, viene menzionato il centro di Sofala,
definito come uno dei centri commerciali più floridi del Paese degli Zeng
(Paese dei neri). Molti porti lungo le coste divennero, con il passare dei
secoli, centri commerciali importanti per l'esportazione di prodotti tipici
delle civiltà agricolo-metallurgiche della Rhodesia (in particolare oro,
ferro, avorio). Le civiltà swahili iniziarono a declinare con l'arrivo
dei Portoghesi (Vasco de Gama sbarcò in
M. nel 1498). Dopo essersi
insediati prima a Sofala (1505) quindi a Mozambico (1508), i Portoghesi
dirottarono le correnti di traffico commerciale verso l'Europa. Verso il 1560
iniziarono a risalire il corso dello Zambesi fondando i porti di Sena e Tete,
che dovevano servire come punto di partenza per la conquista dei territori
interni e per lo sfruttamento petrolifero delle risorse minerarie della
Rhodesia. La penetrazione lusitana fu contrastata dagli Olandesi (1608) e dagli
Arabi di Mascate (1693). L'emigrazione di popolazione Bantu nel XIX sec., a
conseguenza dell'invasione Zulu, portò i Portoghesi a sperare di potere
unire i territori dell'Angola e del
M., impresa che però
fallì per la decisione del Congresso di Berlino di accogliere le
rivendicazioni della Gran Bretagna sulla Rhodesia. La frontiera con l'Africa
Orientale (Tanganica) fu stabilita con i trattati del 1886 e del 1894; quella
con i territori inglesi e con il Sudafrica con i trattati del 1891 e del 1893.
Nel 1951 il
M. fu dichiarato parte integrante del territorio portoghese e
venne amministrato come provincia d'oltremare. Nel 1961 il Governo di Lisbona
varò una riforma legislativa, tendente a promuovere la parità
formale fra tutti gli abitanti del
M., senza distinzione di razza e di
provenienza; tuttavia, visto che i diritti fondamentali, come quello elettorale,
potevano essere esercitati solo dai cittadini in possesso di un reddito adeguato
e di un determinato grado di istruzione, gran parte della popolazione
risultò esclusa. La popolazione del
M. fu rappresentata
all'Assemblea Nazionale di Lisbona da appena sette deputati, di cui uno solo di
razza negra. Nonostante l'immaturità politica e la scarsa
disponibilità rivoluzionaria delle masse contadine, all'inizio degli anni
Sessanta iniziarono a formarsi dei movimenti indipendentisti: il FRELIMO (Fronte
per la liberazione del Mozambico) divenne attivo nel 1964 con operazioni nella
regione al confine con la Tanzania, mentre il COREMO (Comitato rivoluzionario
del Mozambico) si costituì nel 1965 con la fusione di due schieramenti
minori che operavano prevalentemente nella zona posta al confine con lo Zambia.
Nel 1969 il movimento FRELIMO, in seguito all'uccisione del suo capo, Eduardo
Mondlane, entrò in crisi e si riprese, parzialmente, solo un anno dopo,
quando Samora Moise Machel venne nominato presidente dell'organizzazione e
Marcelino Dos Santos vicepresidente. Dopo il colpo di Stato portoghese che il 25
aprile 1974 provocò la caduta del regime di M. Caetano, il FRELIMO si
presentò come l'unico interlocutore del Governo di Lisbona, con il quale
intavolò trattative conclusesi nel settembre 1975 con l'accordo di
Lusaka. Sulla base di quell'accordo venne costituito un Governo provvisorio
misto (comprendente rappresentanti del FRELIMO e del Governo di Lisbona),
presieduto da J. Chissano, con l'incarico di guidare il Paese verso
l'indipendenza. L'accordo venne contestato dalla minoranza bianca residente in
M., ma la rivolta fu rapidamente domata e il FRELIMO ne uscì
ulteriormente rafforzato. Il 25 giugno 1975, come stabilito, fu proclamata
l'indipendenza e istituita la Repubblica popolare del
M., sotto la
presidenza del leader del FRELIMO, Samora Machel, che assunse anche la direzione
del Governo. Il nuovo regime dovette affrontare, dopo la proclamazione
dell'indipendenza, tutti i problemi derivanti da una situazione sociale ed
economica estremamente arretrata e procedette all'attuazione di una serie di
riforme, tese ad avviare il Paese verso un'economia di tipo comunista e
statalista. In particolare, vennero nazionalizzati ospedali, banche, trasporti,
fabbriche e centri produttivi. Venne inoltre ristretto il diritto di
proprietà terriera, limitato ai soli fondi agricoli per uso privato, e
venne organizzata la produzione collettiva mediante la creazione di villaggi
agricoli comunitari. Per sconfiggere l'alta percentuale di analfabetismo fu resa
obbligatoria l'istruzione. Nel 1979 l'Assemblea popolare votò la legge
sul commercio privato, che eliminò ogni ingerenza statale e diede nuovo
vigore all'iniziativa dei piccoli commercianti al dettaglio. In politica estera
il Governo di Machel dovette affrontare, innanzitutto, il problema del conflitto
con la Rhodesia, per risolvere il quale fu chiesto appoggio all'Unione
Sovietica. Nel 1976 il
M. costituì, con altri Paesi africani
(Angola, Tanzania, Zambia e Botswana), la cosiddetta "linea del fronte", che si
prefiggeva di dare aiuto ai guerriglieri che in Rhodesia si battevano contro il
regime razziale. I rapporti con il Sudafrica peggiorarono all'inizio degli anni
Ottanta. Nel 1981 il
M. entrò a far parte del COMECON, pur
cercando di mantenere l'autonomia politica rispetto all'Unione Sovietica. La
successiva vittoria al Congresso del FRELIMO nel 1983 si tradusse in un
riavvicinamento ai Paesi Occidentali, a cui Maputo si rivolse chiedendo con
urgenza aiuti alimentari per garantire la sopravvivenza di migliaia di persone.
Due infatti furono i principali problemi che il
M. dovette affrontare
negli anni Ottanta: la gravissima crisi economica e la guerriglia
antigovernativa della RENAMO (Resistenza nazionale del
M., un movimento
antimarxista sostenuto dal Sudafrica), che pesò fortemente sulla
possibilità di sviluppo del Paese, in quanto il Governo fu costretto a
investire il 40% del bilancio statale in spese militari. Nel 1984 il presidente
Machel firmò con Pretoria un patto di non-aggressione nella vana speranza
che il Sudafrica non avrebbe più fornito aiuti militari alla RENAMO.
Tuttavia, le azioni di sabotaggio della RENAMO continuarono, isolando le
città, impedendo la distribuzione degli aiuti internazionali e la
realizzazione di quei progetti di sviluppo che avrebbero potuto apportare nuove
forze all'economia. Morto Machel nel 1986, gli successe Joachim Chissano. Una
fase di relativa distensione iniziò nel 1988 con la firma di un accordo
tripartito con Portogallo e Sudafrica. Alla fine del 1990 fu approvata una nuova
Costituzione che cancellò il ruolo egemone del FRELIMO e introdusse il
multipartitismo e l'economia di mercato. Nel 1992, con gli accordi stipulati a
Roma tra il presidente Chissano e il leader della RENAMO, si pose fine alla
catena di attentati che erano stati compiuti nel corso dell'ultimo quindicennio.
In quell'occasione l'ONU assunse l'incarico di garantire la pace e di favorire
il processo politico per giungere allo svolgimento di libere elezioni. Le prime
elezioni legislative e presidenziali libere e multipartitiche nella storia del
M. si tennero il 27 ottobre 1994 e videro la vittoria del presidente
Joaquim Chissano, esponente dell'ex Partito marxista-leninista al potere dal
1974. Nel 1995 il
M. è entrato a far parte del Commonwealth; nel
1996 contribuì alla creazione della Comunità dei Paesi di lingua
portoghese (CPLP) comprendente anche Angola, Capo Verde, Guinea-Bissau, Brasile,
Portogallo. Dal punto di vista economico, durante il 1996 gli investimenti
furono l'obiettivo cruciale per risollevare la difficile situazione
locale. Un accordo tra Chissano e il presidente sudafricano Nelson Mandela
permise l'installazione nel Nord del Paese di migliaia di agricoltori
sudafricani d'origine europea, in un'area di duecentomila ettari,
decisione fortemente contrastata dall'opposizione. Le intense piogge
cadute nel 1997 provocarono il trasferimento di migliaia di persone, buona parte
delle quali cercò rifugio in Malawi. Nel 1998, un'epidemia di
colera causò la morte di circa ottocento persone, diffondendosi
soprattutto nel Sud e nelle province centrali. Nonostante i gravi problemi
interni, nel 1999 il presidente Chissano venne riconfermato nelle elezioni
presidenziali. Nella primavera del 2000 il ciclone Eline colpì vaste aree
comprese tra i fiumi Limpopo e Save, provocando disastrose inondazioni: i morti
furono migliaia e al rischio delle epidemie si aggiunse quello delle centinaia
di migliaia di mine dissotterrate dalle acque. Nel marzo 2001 il
M. fu nuovamente
colpito dalle inondazioni, che provocarono un centinaio di morti e la
distruzione dei raccolti. Dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 contro
le Torri Gemelle e il Pentagono e l'avvio dell'operazione
“Libertà duratura” in Afghanistan, a Maputo i gruppi islamici
protestarono per chiedere la fine dei bombardamenti, la protezione della
popolazione civile afghana e le prove della colpevolezza di Osama Bin
Laden.
Ponte di legno sul rio Pùngoè, nel distretto di Sofala, in Mozambico
Una delle vie principali di Maputo, in Mozambico