Complesso delle attività sportive e competitive praticate con la motocicletta. ● Encicl. - Il m. agonistico attuale si articola in numerose specialità. ║ Gare di velocità: si svolgono su circuiti appositamente predisposti (motodromi, autodromi, percorsi stradali), o su strade di montagna (cronoscalate). ║ Gare di regolarità: si svolgono di solito su percorsi fuori strada, lungo i quali le motociclette devono superare ostacoli naturali (salite, discese, passaggi su corsi d'acqua, ecc.). La vittoria va a chi riesce a mantenere la media di velocità programmata e chi rispetta i tempi previsti nei punti di controllo. Tra le gare di questo tipo, la più famosa è la Sei Giorni Internazionale, organizzata per la prima volta in Inghilterra nel 1913, che si svolge ogni anno in un Paese diverso. ║ Gare di motocross: si svolgono su circuiti attrezzati costituiti da ostacoli naturali (salite, discese o salti dovuti alle asperità del terreno). ║ Gare di trial: i partecipanti devono superare ostacoli artificiali e naturali; è fissato un tempo limite per percorrere l'intero tracciato. ║ Gare di speedway: si corrono su percorsi ovali in terra battuta, erba, sabbia o ghiaccio. ║ Gare di formula Daytona: si disputano su lunghi percorsi stradali; vi partecipano motociclette di serie di grossa cilindrata. ║ Gare di enduro: si svolgono su itinerari prestabiliti in tempo obbligato; durante la corsa si devono superare diverse prove, che possono durare anche più giorni. ● Encicl. - Le corse di velocità, o Grand Prix, nacquero nell'ultimo decennio del XIX sec.; si trattava di competizioni varie su strada, in velodromi o ippodromi, senza precisi regolamenti organici. La loro origine si connette, per certi versi, con quella dell'automobilismo: le primissime competizioni svoltesi alla fine dell'Ottocento videro spesso gareggiare veicoli motorizzati di tipo differente. Per esempio, alla Parigi-Bordeaux del 1895 (in cui, per altro, furono presenti per la prima volta due autentiche motociclette), in numerose traversate europee, a varie edizioni della Parigi-Vienna e della Parigi-Madrid di quegli anni presero parte, indistintamente, motociclette e automobili. Già a partire dall'inizio del XX sec., però, le varie competizioni iniziarono a differenziarsi: nel 1903 si ebbe la sfida anglo-francese su due moto di 3.000 cm³. Nel 1904 il Moto Cycle Club di Francia organizzò la prima corsa internazionale; nel 1907 si svolse per la prima volta, sull'isola di Man, il Tourist Trophy inglese, ancora oggi una delle gare più importanti e più seguite del mondo. Tra il 1920 e il 1925 sorsero altre celebri competizioni d'Europa, mentre nello stesso periodo incominciarono a diffondersi le motociclette speciali da corsa, non più derivate dalla produzione di serie. Anche i record risalgono ai primordi del m., ma i più importanti, quelli dell'ora e del chilometro lanciato, furono controllati e ufficialmente riconosciuti a partire, rispettivamente, dal 1909 e dal 1920. In Italia la prima corsa motociclistica risale al 1900 e si svolse a Torino sulla salita della Madonna del Pino. Da allora le gare si moltiplicarono e nel 1911 nacque il Moto Club d'Italia, che assunse la denominazione di Federazione Motociclistica Italiana. Quell'anno segnò il boom del m. in Italia: i giornali ne parlavano ampiamente e il pubblico accorreva in massa ad assistere alle gare. Si organizzarono i primi campionati italiani ufficiali su pista e su strada e le prime gare su strade chiuse al traffico. I due più grandi campioni dell'epoca furono A. Varzi e T. Nuvolari. Le marche di motociclette più prestigiose e note ancora oggi erano la Gilera, la Benelli, la Guzzi, la Mondial e la MV Augusta. Il Campionato del Mondo fu istituito nel 1949, con una classifica distinta per i conduttori e le case concorrenti. Inizialmente, il Campionato del Mondo comprendeva sei prove (Tourist Trophy, Gran Premio di Svizzera, Gran Premio del Belgio, Gran Premio d'Olanda, Gran Premio dell'Ulster, Gran Premio delle Nazioni) ed era riservato a cinque classi: 125, 250, 350, 500, sidecars fino a 600 cm³. Nel 1951 aumentò il numero delle prove con l'ammissione del Gran Premio di Spagna e di Francia, mentre la cilindrata massima dei sidecar fu ridotta a 500 cm³. In seguito, si aggiunsero i Gran Premi di Germania Occidentale, di Germania Orientale, di Svezia, del Giappone e di Finlandia, fino a raggiungere un massimo di 12 prove. Nel 1962 fu introdotta la classe 50 cm³, che nel 1984 fu sostituita dalla 80 cm³, soppressa nel 1989. Negli anni Novanta e nel nuovo millennio il numero delle prove aumentò ulteriormente, attestandosi sui 16-17 Gran Premi annuali. Nel 2002 la classe 500 cm³ assunse il nome di Moto GP, accessibile a moto con motore a quattro tempi fino a 990 di cilindrata. Attualmente si disputano i Campionati mondiali delle classi 125 cm³, 250 cm³ e Moto GP, oltre al Mondiale di Superbike, istituito nel 1987, a cui possono concorrere moto di cilindrata compresa tra 750 cm³ e 1.100 cm³. Fino alla prima guerra mondiale le moto più veloci erano fabbricate in Gran Bretagna. Successivamente vennero alla ribalta le marche italiane (Benelli, Guzzi, Garelli, Gilera, MV Augusta) e la tedesca BMW, che si distinsero per qualità e competitività. Dagli anni Sessanta in poi si assistette allo strapotere delle moto giapponesi (Honda, Suzuki, Yamaha, Kawasaki), a cui furono legati i successi dei mgliori centauri del mondo. Tra i piloti che hanno fatto la storia di questo sport si ricordano Mike Hailwood, Angel Nieto, Kenny Roberts, Barry Sheene, Freddy Spencer, John Surtees e, per l'Italia, Giacomo Agostini, Fabrizio Lucchinelli, Massimiliano Biaggi, Loris Capirossi e Valentino Rossi.
Gran Premio di moto 125 cc degli anni Trenta