Veter. - Malattia infettiva, acuta o cronica, degli equidi e dei carnivori,
trasmissibile anche all'uomo. Colpisce generalmente cavalli, asini e muli e
più raramente capre, cani, gatti. L'agente eziologico della
m.
è il
Malleomyces mallei, che si trova in particolare nello scolo
nasale e nelle ulcere degli animali infetti. Il contagio avviene per via
indiretta, attraverso il contatto con foraggi, acqua, attrezzi infetti. Il
periodo di incubazione può variare dai 3 ai 5-6 giorni. Si distinguono
forme acute (soprattutto negli asini), subacute (nei muli) e croniche (in
particolare nei cavalli). Nei cavalli l'infezione, che può durare anche
diversi anni, provoca infiammazioni ulcerate della mucosa nasale, alterazione
dei polmoni, ulcerazione della pelle, dimagrimento. Non esistono cure
specifiche; molto spesso, per evitare la diffusione della malattia, si
preferisce abbatterli. Grazie a opportune precauzioni igieniche (denuncia
obbligatoria degli animali ammalati, diagnosi attraverso la prova della
malleina, ecc.) la
m. è stata debellata in Europa. ● Med. -
Nell'uomo si distinguono un periodo acuto e uno cronico, con eventuali
complicazioni nell'apparato respiratorio (pleuriti, broncopolmoniti) e
nell'apparato gastroenterico (coliti ulcerose). In alcuni casi la malattia
è mortale. Per quanto riguarda la terapia, generalmente si ricorre
all'intervento chirurgico.