Patriota italiano. Ancora giovanissimo fu accusato dell'uccisione di Giulio
Besini, capo della polizia di Modena e incaricato della repressione dei moti
risorgimentali. Si rifugiò in Inghilterra, da cui partì per
combattere in Spagna fra i liberali costituzionalisti catalani. Nel 1824 si
recò in Grecia dove ottenne il comando di colonnello della gendarmeria.
Nel 1831 tornò in Italia e, dopo aver combattuto a Novi e a Rimini, fu
arrestato dagli Austriaci e imprigionato a Venezia; riuscì però a
fuggire. Riparò nuovamente in Grecia, dove conobbe i fratelli Bandiera, e
nel 1848 prese parte alla difesa di Venezia, ottenendo dal Governo provvisorio
della Repubblica il comando del forte di Marghera. La caduta di Venezia lo
costrinse ancora all'esilio finché, nel 1859, rientrò
definitivamente in Italia e prestò servizio nell'esercito dell'Italia
centrale e poi in quello regolare, dove ottenne il grado di generale. Ha
lasciato il volume di memorie
Il mio giornale dal 1848 al 1850,
pubblicato nel 1867 (Modena 1801-1883).