Letterato e critico italiano. Membro dell'ordine dei Barnabiti, mantenne dal
1810 la condizione di sacerdote secolare, dopo la soppressione degli ordini
religiosi. Collaboratore del "Conciliatore", fu per questa ragione processato
dalle autorità austriache, che ne avevano decretata la chiusura. Per
intercessione di Vieusseux, poté trasferirsi a Firenze, dove
esercitò la sua attività di critico, recensore e diffusore della
produzione culturale italiana sulle pagine dell'"Antologia". Fu tra i primi
critici di Leopardi e introdusse nell'ambiente della rivista gli elementi propri
del Romanticismo lombardo. Fu autore di versi mediocri,
I fiori (1817),
mentre hanno maggior valore le sue traduzioni da Chateaubriand e da J. de
Maistre (Cremona 1789 - Firenze 1833).